Angelus di Papa Francesco: “Gesù e la sua missione universale”

Le prime parole di Papa Francesco pronunciate oggi, pochi attimi prima della preghiera mariana dell’Angelus, ci fanno comprendere come il testo del Vangelo vada a completare quanto la liturgia ci proponeva già domenica scorsa con “l’episodio della sinagoga di Nazareth”. Il Vangelo di oggi, dice il Santo Padre, è la prosecuzione di quel racconto e ci mostra lo stupore dei suoi concittadini nel vedere che uno del loro paese, «il figlio di Giuseppe», pretende di essere il Cristo, l’inviato del Padre.

Sembra quasi che i suoi concittadini abbiano nei confronti del Cristo delle pretese. Essi, prosegue il Pontefice, vogliono che faccia dei miracoli lì, a Nazaret, come ha fatto nei paesi vicini. Ma Gesù non vuole e non può accettare questa logica, perché non corrisponde al piano di Dio”

Il Papa mette chiaramente in evidenza che ciò che conta per Dio è la fede, loro vogliono i miracoli, i segni; Dio vuole salvare tutti, e loro vogliono un Messia a proprio vantaggio”.

Avviandosi verso la conclusione della sua riflessione, Papa Francesco, ci dice che “per spiegare la logica di Dio, Gesù porta l’esempio di due grandi profeti antichi: Elia ed Eliseo, che aveva mandato a guarire e salvare persone non ebree, di altri popoli, ma che si erano fidate della sua parola”.

Di fronte all’invito che il Messia rivolge ai suoi concittadini, cioè quello di “aprire i loro cuori alla gratuità e alla universalità della salvezza”, essi “si ribellano, e addirittura assumono un atteggiamento aggressivo, che degenera al punto che «si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero sul ciglio del monte […], per gettarlo giù». L’ammirazione del primo istante si è mutata in un’aggressione, una ribellione contro di Lui”.

Anche oggi, conclude il Papa, il mondo ha bisogno di vedere nei discepoli del Signore dei profeti, cioè delle persone coraggiose e perseveranti nel rispondere alla vocazione cristiana. Persone che seguono la “spinta” dello Spirito Santo, che le manda ad annunciare speranza e salvezza ai poveri e agli esclusi; persone che seguono la logica della fede e non del miracolismo; persone dedicate al servizio di tutti, senza privilegi ed esclusioni