Per ogni donna/Criminologo, criminal profiling e reati di oggi

Aversa– Salve a tutti i lettori di Belvederenews e ai seguaci della rubrica “Per ogni donna”, diretta dal professor Pasquale Vitale e curata e ideata dalla dottoressa in giurisprudenza e criminologa, Speranza Anzia Cardillo. Oggi parliamo del compito del “criminologo, del criminal profiling e dei reati di oggi”. Parleremo di come la stessa figura del criminologo non dev’essere intesa in senso statico, ma in costante adattamento ai cambiamenti e alla complessità dei reati. Tutto cambia, le tendenze e così anche i reati, le leggi e i metodi investigativi. Chiederemo di approfondire l’argomento al dottor Luca Cacciapuoti, sociologo; al dottor Gianluca Serlenga, biologo, criminologo e laureando in Giurisprudenza; e all’avvocato Giulio Amandola, civilista cassazionista, criminologo e presidente dell’Osservatorio Giuridico Italiano.

Intervento della dottoressa Cardillo

“Con il cambiare dei tempi mutano le tendenze e anche quelle del mondo del crimine . Davanti a questi mutamenti cambia anche l’operato del criminologo, cambiano i crimini e talvolta le stesse tecniche per accertare il profilo del criminale. Le stesse leggi devono adattarsi ai cambiamenti per riuscire a limitare la stragrande quantità di reati commessi dalla collettività. Ripartendo con ordine, mi preme specificare che la stessa figura del criminologo è nata solo negli ultimi decenni per studiare il comportamento criminale mettendo in atto tecniche di psicologia investigativa. Questa figura opera soprattutto in ambito penitenziario, a supporto della magistratura di sorveglianza. Il criminologo non deve usare solo le tecniche tradizionali, ma anche il suo intuito. L’aspetto più importante, però, è rappresentato dalla capacità di osservazione del criminologo e la presenza del profiler sulla scena del crimine.

Il “criminal profiling”

Il criminal profiling consiste,invece, in una tecnica di analisi attraverso la quale viene elaborato un possibile profilo psico-comportamentale di un soggetto che ha compiuto un crimine.
In genere si ricorre a questa tecnica per ridurre il numero dei sospettati. In questo modo l’attività degli investigatori viene indirizzata solo verso coloro che hanno determinate caratteristiche comportamentali. Ovviamente il profiling non è in grado di individuare uno specifico sospettato. Esso si basa sulla convinzione secondo la quale il comportamento riflette la personalità. Si rende, quindi, necessaria l’analisi della scena del crimine, che si svolge attraverso il sopralluogo, l’identificazione della vittima, le cause e le modalità del decesso. Il profiling si può definire anche come l’analisi di una scena del crimine basata su studi medici, conoscenze cliniche e metodi scientifici attuati al fine di riuscire a tracciare il profilo psicologico di un reato di particolare violenza. La prima fase include la raccolta di informazioni che possono essere reperite sulla scena del crimine. Tracce di qualsiasi tipo come impronte, fotografie, deposizione dei testimoni, esame autoptico, rapporto della polizia e analisi vittimologica. Nella fase successiva, il profiler organizza le informazioni raccolte, ponendosi anche domande quali il movente; la natura dell’omicidio; il livello di rischio dell’offender; la sequenza degli atti compiuti sulla scena del crimine; il tempo trascorso sulla scena del crimine; il controllo esercitato dall’offender sia sulla scena del crimine che sulla vittima; le condizioni del corpo al momento del ritrovamento e anche gli spostamenti del corpo in seguito all’omicidio; gli eventuali elementi di depistaggio. In una fase ulteriore viene ricostruito il comportamento dell’omicida. Viene posta attenzione all’interazione tra vittima e carnefice e si fa riferimento a possibili traumi facciali sulla vittima, la cui esistenza fa supporre la conoscenza tra autore e vittima. Quando invece vengono usate armi reperite sulla scena del crimine allora si tratta di reati d’impeto commessi senza l’elemento della premeditazione. Di solito va considerato anche l’orario in quanto gli omicidi commessi nella prima mattinata difficilmente hanno a che fare con l’uso di alcool o di stupefacenti. Esiste, poi, un’altra fase durante la quale devono svolgersi le indagini e il profiler elabora una descrizione tipologica del sospettato sulla base delle informazioni raccolte nelle precedenti fasi . Nel profilo tipo devono essere incluse informazioni riguardanti la razza, il sesso, l’età, caratteristiche psicologiche, valori, precedenti penali, storia lavorativa, stato civile e stato sociale. Nell’ultima fase viene stilato un rapporto che sarà poi consegnato agli investigatori e che poi porta essere arricchito nel caso in cui sopraggiungano nuovo elementi. Molto importante é anche la fase dell’interrogatorio che generalmente avviene in seguito all’individuazione del criminale che può essere utile nel caso in cui non si abbiano informazioni di matrice psicologica del sospettato. L’ambito di applicazione del criminal profiling generalmente riguarda i crimini caratterizzati dalla serialitá. Per questi si intendono non solo gli omicidi ma anche stupri, atti di piromani, molestie su minori, ed altri ancora. La difficoltà del criminologo, e quindi un limite attuale, é rappresentato dal fatto che oggi i crimini seriali sono di numero inferiore rispetto a quelli singoli ed oggi anche in diminuzione rispetto ad alcuni tipi di reati che vengono commessi con maggior frequenza. Non bisogna dimenticare che cambiando i tempi cambiano anche le modalità con le quali un reato è commesso e soprattuto i reati cambiano anche rispetto a come cambia la platea degli ascoltatori e viceversa. Sembra un paradosso, ma è così! Sembra anche innescarsi un processo di alimentazione reciproca tra gli autori dei crimini, i seguaci di siti di informazione e anche tra i reati maggiormente commessi e i nuovi e potenziali rei.a del profiler sulla scena del crimine. Il “criminal profiling”, ,invece, consiste in una tecnica di analisi attraverso la quale viene elaborato un possibile profilo psico- comportamentale di un soggetto che ha compiuto un crimine. In genere si ricorre a questa tecnica per ridurre il numero dei sospettati. In questo modo l’attività degli investigatori è indirizzata solo verso coloro che hanno determinate caratteristiche comportamentali. Ovviamente il profiling non è in grado di individuare uno specifico sospettato. Esso si basa sulla convinzione secondo la quale il comportamento riflette la personalità. Si rende, quindi, necessaria l’analisi della scena del crimine, che si svolge attraverso il sopralluogo, l’identificazione della vittima, le cause e le modalità del decesso. Il profiling si può definire anche come l’analisi di una scena del crimine basata su studi medici, conoscenze cliniche e metodi scientifici attuati al fine di riuscire a tracciare il profilo psicologico di un reato di particolare violenza. La prima fase include la raccolta di informazioni che possono essere reperite sulla scena del crimine. Tracce di qualsiasi tipo come impronte, fotografie, deposizione dei testimoni, esame autoptico, rapporto della polizia e analisi vittimologica. Nella fase successiva il profiler organizza le informazioni raccolte, ponendosi anche domande quali il movente; la natura dell’omicidio; il livello di rischio dell’offender; la sequenza degli atti compiuti sulla scena del crimine; il tempo trascorso sulla scena del crimine; il controllo esercitato dall’offender sia sulla scena del crimine che sulla vittima; le condizioni del corpo al momento del ritrovamento e anche gli spostamenti del corpo in seguito all’omicidio; gli eventuali elementi di depistaggio. In una fase ulteriore viene ricostruito il comportamento dell’omicida. Viene posta attenzione all’interazione tra vittima e carnefice e si fa riferimento a possibili traumi facciali sulla vittima, la cui esistenza fa supporre la conoscenza tra autore e vittima. Quando invece vengono usate armi reperite sulla scena del crimine allora si tratta di reati d’impeto commessi senza l’elemento della premeditazione. Di solito va considerato anche l’orario in quanto gli omicidi commessi nella prima mattinata difficilmente hanno a che fare con l’uso di alcool o di stupefacenti. Esiste, poi, un’altra fase durante la quale devono svolgersi le indagini durante la quale il profiler elabora una descrizione tipologica del sospettato sulla base delle informazioni raccolte nelle precedenti fasi . Nel profilo tipo devono essere incluse informazioni riguardanti: la razza, il sesso, l’età, caratteristiche psicologiche, valori, precedenti penali, storia lavorativa, stato civile e stato sociale.

Gli interventi dei nostri esperti 

Intervento dott. Cacciapuoti

Intervento Dott. Serlenga

Intervento avv. Amandola