Cosa sta succedendo alla nostra socialità, davvero ci stiamo avviando a divenire cavernicoli tecnologici?
E’ purtroppo di questi giorni, agli onori della cronaca nazionale e locale, il comportamento disumano nei confronti di ragazze, inermi e indifese, ad opera di branchi di lupi affamati di protagonismo.
Si narrano in questi giorni le vili gesta di gruppi di ragazzi, è accaduto anche alle nostre porte, che commettono violenza sessuale verso ragazzine e a volte semplici bambine, riducendo l’atto ad un mero bottino di conquista. Bestie, senza offesa per gli animali, che si vantano dell’annientamento psicologico e fisico della preda. Le immagini i pensieri e gli atti, sono postati sui social, come trofei incassati in atti epici, per rivendicare un posto in prima fila nella stupidità umana.
Il sesso è solo il mezzo, per commettere una violenza. Attenzione, però, non è solo la pulsione sessuale che spinge a fare del male, sia fisico, che psicologico al mondo femminile. La principale motivazione è la mancanza di stimoli, interessi, confronti e rispetto. Sempre più spesso i ragazzi hanno come compagni di vita, apparati tecnologici, definiti social, ma che di sociale non hanno davvero nulla.
Ogni giorno, l’umanità si scambia, milioni di immaginette, con buongiorno, buon pomeriggio e buona sera, ma sono divenuti atti inconsapevoli senza sostanza senza emozioni, atti che permettono qualche decimo di secondo di popolarità spesso in vite buie e senza senso. Anche la socialità più banale, come quella di regalare un augurio per una ricorrenza è divenuta impersonale, asfittica, svuotata. Quanti, fanno parte di gruppi WatsApp sanno bene di atti augurali, innescati da un primo germoglio e che a cascata coinvolgono anche chi neppure conosciamo di persona. Spesso, purtroppo e la cosa mi rattrista, nella ricorrenza di santi particolarmente popolari, in alcuni gruppi si lanciano auguri a grappolo, come le famigerate bombe, cercando di centrare l’obiettivo del primo augurio, anche se nessun aderente porta quel nome.
Sempre cercando un’effimera elevazione, spesso il trampolino utilizzato è la condivisione di una parte della propria vita, quella che appare più seducente e accattivante o quella, che la si vuole far sembrare tale. Si inizia a condividere di tutto, a dispetto della tanto decantata privacy. Dal cibo impiattato alle vacanze, dalle gesta dei figli al letto rifatto dalla nuova pettinatura al drink, tutto finisce sui social, ma non sempre, si condivide l’umanità il senso vero del confronto, quello fatto a quattrocchi, dove ci si poteva confidare e attendere una mano affinché qualcuno la raccogliesse in un aiuto o in un consiglio reale e spassionato.
I modelli di questo mondo sociale, spesso mescolati, a mancanza di cultura, a ridotti confronti familiari, uso smodato di videogiochi, nonché utilizzo di pornografia a portata di web, creano una miscela esplosiva di convinzioni spesso virtuali, che mal si adattano al rispetto e alla correttezza.
Chi ancora viaggia sui mezzi pubblici, sa bene, che a nessun ragazzo viene in mente di cedere il proprio posto ad un anziano o ad una donna incinta, non vedo ragazzi nell’accesso a luoghi chiusi, cedere il passo a persone del gentil sesso, siano esse giovani o mature. Ovviamente anche le generazioni passate hanno avuto i loro problemi, le violenze seppur meno frequenti esistevano lo stesso, ma la consapevolezza generale era quella di aver fatto del male, non di aver giocato ad un videogioco umano.
Forse ci possiamo ancora salvare, citando Dante “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”
Basterebbe descrivere a questi ragazzi, la bellezza del corteggiamento, l’emozione di uno sguardo, l’estasi di un bacio, magari con l’ausilio della letteratura, che è piena di esempi romantici e che il romanticismo, non vuol dire castità, non vuol dire mancanza di sesso, ma semplicemente elevazione del piacere e condivisione dell’appagamento, rafforzando l’autostima e la comprensione dei sensi positivi, da li il rispetto reciproco e l’apertura a nuovi mondi pieni di passioni, ebbrezza e piacere.
E pensare, che nei tempi andati, ci bastava un Postal Market, per farci sognare, ma questa è un’altra storia da raccontare. ……….
