Napoli / Santa Maria Capua Vetere.
È stato siglato ieri, lunedì 2 ottobre, a Napoli, un protocollo d’intesa fra la Maison napoletana “E. Marinella” -simbolo dell’eleganza che incontra l’artigianato di classe in quanto celebre realtà del Made in Italy nel mondo- e la direzione del carcere di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta.
L’accordo è stato sottoscritto da Maurizio Marinella, amministratore unico dell’azienda di cravatte sartoriali, Donatella Rotundo, direttrice della casa circondariale, e da Giovanni Russo, capo del Dap (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria)
Dai prossimi giorni, in un laboratorio ad hoc, apposito, all’interno della casa circondariale, formatrici addestrate dalle sarte dell’azienda consentiranno alle detenute di acquisire le capacità necessarie per realizzare cravatte destinate agli agenti della Polizia Penitenziaria.
Una collaborazione, quella tra le istituzioni ed “E. Marinella”, che con l’iniziativa dal titolo «Un nuovo inizio: sartoria interna nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, una storia di speranza e trasformazione» vuole offrire un “esempio tangibile di speranza, dimostrando che il cambiamento può nascere anche in contesti complicati”.
“Orgogliosi di prendere parte ad un evento che avrà un impatto significativo sulla vita delle detenute; con l’obiettivo di supportarle non solo nella formazione professionale ma anche nel processo di riabilitazione, perché un nuovo inizio è possibile per tutti” ha detto Maurizio Marinella in merito al progetto. «Questo evento rappresenta un passo avanti nella promozione di una società più inclusiva, dove l’opportunità e la speranza sono offerte a chiunque desideri impegnarsi per un cambiamento positivo».
Maurizio Marinella, intervenuto insieme col figlio Alessandro (general manager) ha precisato: “È bello poter pensare di trasmettere un futuro a persone che hanno una vita difficile“.
Siamo alla seconda esperienza con le cravatte avendo realizzato un’iniziativa simile nel carcere femminile di Pozzuoli.
Siamo presenti in operazioni di solidarietà, sociali e ci fa piacere leggere nello sguardo di queste persone una luce diversa”.
Alla domanda “ È anche una forma di pubblicità, un investimento?
“Non è un fatto di pubblicità, direi piuttosto un’emozione – ha risposto Maurizio Marinella – e se di investimento vogliamo parlare diciamo che è un investimento verso le persone, non legato ai fatturati o ai bilanci ma alla gioia e all’integrazione”.
“Gli obiettivi – ha affermato, dal canto suo, la direttrice Donatella Rotundo – sono due: trasmettere ai detenuti una professionalità spendibile nel mondo del lavoro, una formazione che venga dalle eccellenze ma anche produrre capi in uso all’Amministrazione.
Così facendo risparmiamo sulle gare di acquisto e autoproduciamo ciò che ci serve”.