I risultati dei controlli nella ‘Terra dei Fuochi’, hanno condotto i carabinieri della Forestale a controllare 277 attività di cui 65 sequestrate, contestati 132 illeciti amministrativi per un totale di 904mila euro. Tantissime le officine meccaniche e le carrozzerie sequestrate dove non vi era alcuna tracciabilità dei rifiuti prodotti o delle autorizzazioni alle emissioni di gas ecc. Si è verificato il sequestro di aziende perché prive di autorizzazioni ambientali e dell’adozione di precauzioni per tutelare l’ambiente. Dai controlli sono anche venute fuori una discarica sotterranea di circa 45mila metri quadrati a Casaluce e a Caivano una di 4mila metri quadrati che nascondeva rifiuti tossici. Questa è la terra in cui viviamo, una terra nociva per la nostra salute, una terra che ogni giorno è causa di tumori anche nei più giovani, da ricordare la morte di due giovani donne, una 32enne e una 35enne lo scorso 3 febbraio, a causa di una leucemia fulminante e di Antonella, di 42 anni, morta ieri. Il cancro è diventato sempre più diffuso, soprattutto in alcune zone più a rischio, dove si creano delle enormi discariche abusive colluse con la camorra pur di fare “affari”, e le vittime siamo noi, i nostri genitori, i nostri figli. I sequestri sono sempre troppo pochi per tutto il marcio che una regione come la Campania “interra” ogni giorno. Per non parlare della quantità di roghi, soprattutto nell’area di Sessa Aurunca, incendi che immettono nell’aria che respiriamo una quantità di gas serra, monossido di carbonio..e il nostro organismo ne resta vittima. Si parla tanto di “terra dei fuochi”, di interventi “tempestivi” ma nulla ferma l’inquinamento nella nostra regione che sta portando a bambini che sviluppano tumori e muoiono precocemente o ad animali che nascono con malformazioni. Abbiamo avuto pandemie come lo stesso Covid19 che però, ad un certo punto, si sono arrestate, la terra dei fuochi no, quella resta la pandemia del secolo. Ad oggi sappiamo solo che la Corte Europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per la sua indifferenza di fronte allo scarico di rifiuti tossici da parte della mafia nei pressi di Napoli, dando allo Stato due anni di tempo per attuare una strategia risolutiva.