Il 10 febbraio si celebra la giornata del ricordo degli eccidi ai danni di militari e civili italiani nativi della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia, avvenuti ad opera dei partigiani jugoslavi e delle milizie della Jugoslavia di Tito, allo scopo di “’ripulire’ il territorio dai ‘nemici del popolo’”.
Fu un’operazione di vendetta contro i gerarchi fascisti, esponenti politici, personalità in vista, ma anche semplici cittadini che non volevano collaborare col movimento di liberazione.
Tanti dei perseguitati furono internati in campi, ma molti altri furono uccisi e i loro corpi furono gettati nelle Foibe, “grandi inghiottitoi (o caverne verticali, pozzi) tipici della regione carsica e dell’Istria”.
Oggi, 10 febbraio 2025, decorre l’anniversario dei massacri delle Foibe.
Anche a Napoli, presso il Real Bosco di Capodimonte, si è tenuta una cerimonia per commemorare il giorno della memoria del popolo Istriano.
Infatti Capodimonte è un luogo del ricordo, perché sul su suolo furono create, nella Napoli distrutta dai bombardamenti, delle baraccopoli per accogliere i profughi italiani reduci dell’esodo giuliano-dalmata.
Nella mattinata odierna il comune di Napoli ha affisso una targa per non perdere la memoria dell’avvenuto storico, troppo spesso archiviato e dimenticato.
“Napoli ha accolto con grande affetto e anche grande solidarietà i profughi che arrivarono dall’Istria e dalla Dalmazia.
E’ stato un momento improntate che ha testimoniato la sua grande capacità di accoglienza e i profughi qui trovarono un luogo in cui stabilirsi e integrarsi con la nostra comunità.
In un mondo sempre più diviso, il messaggio che arriva da Napoli è di accoglienza, inclusione e fratellanza” – ha dichiarato il sindaco Manfredi, che ha, poi, deposto una corona di alloro in memoria delle vittime.
Alcuni tra gli sfollati, arrivati a Napoli rimasero nella città, integrandosi e divenendo partecipi del suo tessuto sociale e culturale.