Venerdì 11 aprile, come annunciato su questo portale, c’è stato un presidio di protesta fuori il Comune di Caserta della Conf.S.A.F.I., Segreteria provinciale di Caserta della Confederazione Sindacati Autonomi Federati Italiani, in sostegno a
lla mobilitazione degli operatori delle cooperative che hanno in gestione l’assistenza scolastica degli alunni disabili e il Centro polifunzionale. Fuori del Palazzo comunale l’assessore alle politiche sociali e vicesindaco Maria Gabriella Grassia ha incontrato i familiari degli alunni disabili e degli utenti del Centro polifunzionale che versa nelle stesse condizioni precarie dell’assistenza scolastica. Il confronto dell’assessore con i manifestanti ha lasciato questi ultimi costernati per il nulla di fatto espresso, indicando “il suo ruolo politico di indirizzo e di controllo” non determinante per la soluzione della gestione del servizio disatteso. In definitiva registriamo il vuoto pneumatico di un potere politico che si autoalimenta ma non incide se non in modo improvvisato su una gestione di un settore così essenziale per implementare misure vitali di welfare. Segnaliamo che sono state emesse tre ordinanze del Tribunale amministrativo (l’ultima data 11 aprile) sui ricorsi proposti dai genitori di alcuni bambini disabili contro il Comune di Caserta. Tutte dichiarano “l’obbligo del Comune di Caserta a provvedere a quanto di propria competenza nel piú breve tempo possibile” e lo condanna al pagamento delle spese della fase cautelare. Nell’incontro al Comune seguito al presidio, una delegazione dei rappresentanti sindacali e di familiari ha incontrato la dirigente del Settore economico finanziario Antonietta Carrella e l’assessore alla Programmazione finanziaria Carmine Lasco che hanno esibito le determine di proroga per dieci giorni delle attività di assistenza con cui rimpallano la responsabilità risolutiva del problema alla cooperativa che potrebbe non accettare per problemi connessi ai contratti temporanei protratti e all’incertezza permanente del servizio erogato. Resta un disagio generalizzato di anziani, disabili, famiglie in difficoltà per una pianificazione insufficiente di un ente che al settore Politiche sociali ha in dotazione un solo assistente sociale.