Inadeguata cura del Parco Reale. La lettera del Gruppo 31 agosto

Il Gruppo 31 agosto torna a segnalare l’inadeguatezza delle cure alle piante nel Parco della Reggia.
Riportiamo il testo integrale della lettera inviata agli enti competenti.

Il Gruppo di lavoro costituito per tenere alta l’attenzione sulle attività nel Parco della Reggia, che è superfluo
ricordare è stata dichiarata nel 1997 Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO non soltanto per il sontuoso
Palazzo, ma anche per il Parco, contesto naturalistico di rara bellezza in cui è inserita la residenza reale, a
seguito di un attento sopralluogo segnala quanto segue.
Sarebbe necessario sostituire le sole piante morte della Via d’Acqua con querce adulte, rimpiazzare le fallanze
ed effettuare le potature di contenimento, contrariamente a quanto sembra accada, a riposo vegetativo. Il leccio,
come già ricordato in altre occasioni, è una latifoglia sempreverde che può vivere diversi secoli, fino a mille
anni e che tutti gli interventi di potatura e di modellatura su lecci andrebbero fatti con regolarità (ogni anno
oppure due volte l’anno in stagioni particolarmente calde) e sempre quando la pianta è in riposo vegetativo,
ovvero quando il flusso di linfa è al punto più basso. Il periodo migliore per effettuare le potature è tra gennaio
e marzo, ed anche prima, vista l’anticipazione delle stagioni, ma mai a primavera con la ripresa vegetativa.
Inoltre per la tutela della nidificazione dell’avifauna oltre alla Legge 11 febbraio 1992, n.157, il DM
dell’Ambiente del 10 marzo 2020 “Criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico e la
fornitura di prodotti per la cura del verde” all. 1, Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel
settore della pubblica amministrazione, lettera e. criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di
gestione e manutenzione del verde pubblico, paragrafo 11. Manutenzione del patrimonio arboreo e arbustivo,
prescrive che “Gli interventi di potatura devono essere svolti unicamente da personale competente, in periodi
che non arrecano danni alla pianta e non creano disturbo all’avifauna nidificante ed effettuati solo nei casi
strettamente necessari”. La potatura va effettuata con cura, evitando di tagliare rami troppo grossi in modo da
non compromettere la salute dell’albero. Inoltre è importante rimuovere i rami morti o malati ed asportare le
piante morte che sono motivo di infezioni parassitarie per le piante sane, oltre ad una questione estetica e di
rischio di caduta con danni a persone e cose. Utilizzare presidi fitosanitari quali disinfettanti delle lame (alcool,
bicarbonato di sodio, candeggina) e applicare paste cicatrizzanti (a base di rame, calce) che si spalmano sulle
ferite da taglio in quanto le stesse sono possibili ingressi per gli agenti patogeni come funghi, che provocano
carie del legno e marciumi, ed insetti minatori, nonché batteri e virus. Relativamente alle piante da rimpiazzare
non sarà difficile reperire sul mercato querce adulte da trapiantare, previa pulizia del terreno dalle vecchie
radici ed apporto di terreno vegetale fresco.
Anche nel giardino inglese vi sono diverse piante morte con molta probabilità per eccesso idrico dovuto
all’irrigazione dei prati (araucaria, ed altre) che vanno sostituite con le stesse specie. Anche qui vale la pena di
sottolineare il danno che una pianta morta in situ determina alle altre piante.
Vi sono alcuni cipressi del doppio filare attaccati da un rampicante infestante (vite americana) che vanno
liberati dalla folta vegetazione della pianta rampicante.
Un cartello che segnala “Area sottoposta a controlli tecnici. Ci prendiamo cura del nostro Parco per il benessere
di tutti. Ci scusiamo per il disagio” è lì da diversi anni: i lavori sono fermi e l’area è inibita ai visitatori.
Lo stesso vale per la peschiera grande, una delle bellezze del parco della Reggia che non merita di essere chiusa
al pubblico per tanto tempo. Tema peraltro già segnalato con scarsi risultati. L’area è inibita “per lavori” da
qualche anno con i lavori fermi e ben transennata. L’acqua della peschiera tuttavia continua ad essere stagnante
con il proliferare di zanzare che, complice le temperature alte, invadono l’area cittadina in prossimità del parco.
Lo stesso dicasi per il Torrione, chiuso da anni con il cartello lavori in corso. Quando si pensa di ridare al
pubblico la possibilità di accedere sia alla peschiera grande che al Torrione?
Tutto quanto sopra rappresentato indicherebbe una evidente assenza di attenzione al Parco e la mancanza di
una direzione dei lavori professionalmente qualificata, accorta e competente, che non ignori le problematiche
tecniche segnalate, nonché una direzione tecnica del Parco adeguata, competente nella gestione di parchi e
giardini.
Ciò posto, atteso che quanto segnalato potrebbero determinare danni al patrimonio storico culturale dello Stato,
si invita ciascuna Autorità in indirizzo a mettere in essere i provvedimenti che si riterranno più opportuni per
valutare interventi correttivi.
Ciro Costagliola, già Presidente Ordine Agronomi e Forestali, Presidente IRVAT,
Giuseppe Altieri, segretario Nazionale de L’Altritalia ambiente,
Nando Astarita, storico del territorio e fondatore del gruppo FB Reggiando,
Francesco Canestrini, già Soprintendente ABAP Basilicata,
Enrico Ferranti, già ufficio Giardini di Napoli,
Fernando Fuschetti, già Coordinatore regionale del C.F.S.
Carmine Gambardella già Preside Facoltà di Architettura, Presidente Benecon
Matteo Palmisani, Delegato Lipu Caserta,
Ottavio Pannone, già presidente dell’Ordine Avvocati,
Cinzia Piccioni Ignorato, già ufficio Giardini di Napoli,
Sergio Vellante, già Ordinario economia ed estimo rurale. Referente Italia Nostra in ASviS
Raffaele Zito, Agenda 21 Carditello e Regi Lagni