Venerdì di sciopero generale nei trasporti.

I treni si fermeranno dalle 21.00 di giovedì 19 giugno fino alle 20.59 di venerdì 20 giugno.

Si prospetta un altro venerdì nero nei trasporti ferroviari, per lo sciopero proclamato dalla USB Unione sindacale di Base, che estende lo sciopero generale a tutte le categorie di lavoratori, con motivazioni prettamente sindacali, quanto sociali. I treni si fermeranno dalle 21 del 19 giugno, fino alle 20.59 del 20 giugno, sul sito delle ferrovie tutte le info dei treni garantiti e delle modalità di viaggio. Lo sciopero coinvolge tutto il comparto ferroviario, per l’insoddisfazione dei ferrovieri verso la firma dell’ipotesi di accordo firmata il 22 maggio 2025 da tutti i sindacati confederali ed ex autonomi. Le sei sorelle, come solitamente definite, ovvero le propaggini ferroviarie di CGIL, CISL, UIL, ORSA, FAST e UGL hanno firmato un’ipotesi di accordo, fortemente penalizzante per i settori macchina e viaggiante, e mancato riconoscimento delle garanzie minime chieste anche per altri profili ferroviari. Come già detto, le motivazioni dello sciopero, sono diverse, comprendono, l’accordo di gennaio sulla manutenzione, il mancato riconoscimento del lavoro usurante, i proclamanti, chiedono la riduzione dell’orario di lavoro e reali tutele della salute e sicurezza sul lavoro. La USB è contro la esternalizzazione e gli appalti, specie in RFI dove, tale pratica ha generato dei veri disastri con perdite di vite umane. Ne ricordiamo due delle purtroppo tante, l’incidente del 6 febbraio 2020 dove persero la vita due Macchinisti e l’incidente di Brandizzo dove cinque operai persero la vita il 30 agosto 2023. I lavoratori, chiedono anche dignità economica, sociale e professionale, nonché il ripristino di una reale democrazia di rappresentanza sindacale, laddove non si è provveduto a rinnovare le RSU, scadute da ben sette anni. Al mondo del lavoro i sindacati di base rivendicano anche il tema sociale delle disuguaglianze nel mondo a cominciare dal genocidio palestinese e l’aumento della spesa per gli armamenti, che sottraggono risorse sociali ed economiche per i confronti sindacali. In occasione dello sciopero, le rappresentanze dei lavoratori USB, CUB ed  SGB, istituiranno un presidio in piazza della Croce Rossa dalle ore 10.00 del 20 giugno.

Di seguito il comunicato di USB Lavoro Privato, Coordinamento Nazionale settore TPL.

Con le parole d’ordine, sempre più drammaticamente attuali, “Abbassate le Armi! Aumentate i Salari!”, gli autoferrotranvieri di USB aderiranno allo sciopero generale del 20 giugno contro le guerre, contro la politica del riarmo e contro l’impoverimento dei salari e dei servizi imposto dall’economia bellicista. Da Bolzano a Agrigento, con una presenza sempre più diffusa su tutto il territorio nazionale, le nostre strutture sindacali assisteranno i lavoratori e lavoratrici del TPL che non vogliono più restare inermi a quanto sta accadendo in questi tempi bui, dopo aver peraltro subito un rinnovo di contratto nazionale indecente senza poterlo neanche votare. Una scelta di coraggio e di coerenza di USB, che batte un colpo mentre il sindacalismo compartecipativo balbetta: gli autoferrotranvieri sapranno rispondere ed essere, come sempre, in prima fila a fare la loro parte nella giornata di sciopero. Gli autoferrotranvieri verso lo sciopero generale del prossimo 20 giugno e della manifestazione nazionale del 21. Contro le enormi risorse destinate al riarmo sottratte ai salari, al reddito, ai diritti e ai servizi pubblici essenziali   Nazionale – venerdì, 13 giugno 2025. Per questo governo, per Cgil, Cisl, Uil, Fast e UGL e per le associazioni datoriali i salari devono continuare a scendere, insieme ad essi i diritti così come le soglie della sicurezza del lavoro e del servizio reso ai cittadini lasciando ampio spazio alla precarietà, alla ricattabilità alle disuguaglianze sociali e territoriali. La misera intesa economica per il settore, firmata in bianco, senza sapere quale sarà la contropartita della parte normativa tutta ancora da definire, carichi di lavoro, organizzazione del lavoro, punte massime dei turni, turni a nastro, inidoneità alla mansione, malattia e tanto altro, è la dimostrazione del completo smantellamento delle tutele e diritti per gli addetti al settore che a loro spese tentano ogni giorno di rispondere alle necessità dei cittadini. Nonostante questo si continua ad aggredire l’esercizio del diritto di sciopero con il continuo inasprimento delle normative e delibere dell’CGSSE, spesso illegittime, al fine di rendere inefficace ogni mobilitazione anche attraverso lo strumentale utilizzo delle difficoltà quotidiane degli utenti;   ma gli scioperi degli autoferrotranvieri non sono un atto di sfida verso i cittadini, bensì una manifestazione di indignazione verso una politica che, anno dopo anno, ha portato il settore in una condizione di grave difficoltà. È necessario rimettere al centro le lavoratrici e lavoratori dei trasporti; restituire loro una reale e democratica rappresentanza sindacale ancora oggi monopolio dei firmatari di CCNL:

  • fermiamo l’impoverimento del lavoro, rivendichiamo condizioni di lavoro migliori e più tutelanti per la salute, lottiamo per salvaguardare la centralità del servizio, riprendiamoci lo spazio del dissenso;
  • impediamo a chiunque di bendarci gi occhi e di non dare il giusto peso alle barbarie del genocidio perpetrato dallo Stato di Israele nei confronti del popolo palestinese e degli spari sulla folla accalcata per accaparrarsi gli aiuti umanitari;
  • smascheriamo le barbarie di uno Stato che si rifiuta di assicurare la tenuta sociale del paese attraverso salari dignitosi e servizi pubblici per tutti puntando, invece, sul vertiginoso aumento delle spese militari.