Le pendici del Vesuvio sono nuovamente avvolte dalle fiamme: il vasto incendio, partito dalla pineta di Terzigno, si è rapidamente esteso verso Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano e Boscotrecase, divorando centinaia di ettari di vegetazione e mettendo a rischio coltivazioni di pregio e habitat protetti.
Sul posto operano oltre 150 unità tra Vigili del Fuoco, Protezione Civile e Carabinieri Forestali, con il supporto di sei Canadair e diversi elicotteri. La Protezione Civile ha dichiarato la mobilitazione nazionale, consentendo l’arrivo di rinforzi da altre regioni e dell’Esercito. I focolai restano tre: nella Valle del Gigante, sul versante sud del cratere e nella zona del Vicinale, dove il vento ha favorito riaccensioni.
Tra i rinforzi, oggi si segnala un’importante missione di supporto partita dalla Sicilia. Alle 14.45, appena ricevuta la richiesta dal Coordinamento delle Regioni tramite la chat dei direttori regionali di Protezione Civile, è stata attivata la rete provinciale del volontariato antincendio boschivo. In poche ore sono state individuate le squadre, organizzata la partenza per Napoli dal porto di Palermo e superati ostacoli logistici grazie all’intervento congiunto del Prefetto di Palermo, della Guardia Costiera e della Capitaneria, che hanno consentito l’imbarco urgente sulla nave Tirrenia delle 20.30.
Domani mattina sette volontari del Servizio per la Protezione Civile e il Sociale (SPCS) e del Gruppo comunale di Protezione Civile di Pollina, con due pick-up antincendio, saranno operativi sul Vesuvio. Hanno risposto alla chiamata anche altre regioni: Friuli Venezia Giulia (4 volontari), Liguria (4), Marche (2) e Veneto (3), oltre alla Sicilia.
“Anche se impegnati nella campagna antincendio in Sicilia – sottolineano i responsabili – non potevamo non dare un segno concreto di solidarietà a chi è in piena emergenza: è uno dei principi fondanti della Protezione Civile”.
L’incendio continua a rappresentare una grave emergenza ambientale e sociale. Le immagini delle pinete distrutte resteranno a lungo impresse nella memoria collettiva, ma il lavoro congiunto di forze locali e volontari da tutta Italia testimonia che la solidarietà può viaggiare veloce, persino più del fuoco.