Napoli, 22 settembre 2025 – Giornata di mobilitazione e protesta a Napoli in occasione dello sciopero generale per Gaza, indetto dall’Unione Sindacale di Base (USB) e sostenuto da numerosi movimenti, associazioni studentesche e realtà civiche. Migliaia di persone hanno invaso le strade del centro cittadino per esprimere vicinanza al popolo palestinese e chiedere la fine delle operazioni militari nella Striscia di Gaza, definite dai manifestanti “un genocidio sotto gli occhi dell’Occidente”. Lo sciopero, che ha interessato diversi settori -dai trasporti alla scuola – è stato pensato come una risposta all’“inerzia delle istituzioni italiane ed europee” di fronte al conflitto. Gli organizzatori chiedono un cessate il fuoco immediato, l’apertura di corridoi umanitari, la sospensione degli accordi economici e militari con Israele e il sostegno alla flottiglia internazionale “Global Sumud”, impegnata a portare aiuti a Gaza. Il corteo principale è partito da Piazza Mancini e ha attraversato il cuore della città, toccando la Stazione Centrale di Piazza Garibaldi, Corso Umberto I e il porto. Momenti di forte tensione si sono registrati alla stazione centrale. La protesta si è poi spostata verso il Molo Beverello, con cori, bandiere palestinesi e cartelli che invocavano la pace. La mobilitazione ha avuto conseguenze anche sui trasporti pubblici: sospese le funicolari Centrale e Chiaia, ridotti i collegamenti bus e tram, rallentamenti sulla rete ferroviaria regionale. Disagi si sono registrati anche nelle scuole, dove molti studenti e docenti hanno aderito allo sciopero. «È un sacrificio che vale la pena fare -ha affermato un’insegnante scesa in piazza -perché la scuola deve educare anche alla solidarietà e alla pace».Durante il corteo, alcuni manifestanti hanno bruciato fotografie del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, azioni simboliche che hanno suscitato dibattito tra i presenti e sui social. I cori in favore della resistenza palestinese si sono alternati a momenti di silenzio in ricordo delle vittime civili del conflitto. Napoli, ancora una volta, si conferma crocevia di battaglie civili e sociali: una città capace di trasformare le sue piazze in spazio politico e solidale, anche su questioni internazionali. Lo sciopero generale di oggi, parte della mobilitazione nazionale “Blocchiamo tutto”, ha voluto portare al centro del dibattito la necessità di un posizionamento chiaro dell’Italia a favore dei diritti umani e della pace. Una richiesta che da Napoli, insieme ad altre città italiane, si leva forte e urgente.