CASERTA – È iniziata sotto il segno della grande tradizione teatrale italiana la nuova stagione del Teatro Don Bosco di Caserta, che con il cartellone “Silver” dedica spazio alle compagnie emergenti e ai classici rivisitati. Dopo un primo appuntamento di successo a settembre, il sipario si è aperto ieri, 12 ottobre alle 18:30, sul secondo spettacolo in programma: “Il berretto a sonagli” di Luigi Pirandello, portato in scena dalla Compagnia Teatrale F.S.S.L. – Fratello Sole e Sorella Luna, per la regia di Domenico Palmiero.
Fondata nel 2010 a San Marco Evangelista (Ce) dallo stesso Palmiero, la compagnia F.S.S.L. si è negli anni distinta per la ricerca di una drammaturgia autentica e viscerale, capace di coniugare tradizione e sperimentazione. Ed è proprio in questo solco che si inserisce l’allestimento pirandelliano proposto al pubblico casertano, tratto dalla versione napoletana di Eduardo De Filippo, che reinterpretò l’opera originariamente scritta in siciliano con il titolo “‘A bbirrita cu’ ‘i ciancianeddi”.
Un Pirandello “napoletano” tra ambiguità e follia
La regia di Palmiero scava con precisione nell’animo dei personaggi, restituendo una narrazione intensa e carica di tensione emotiva. Il ritmo, inizialmente controllato, cresce scena dopo scena, fino a esplodere in un finale di grande impatto emotivo, accolto dal pubblico con lunghi e calorosi applausi.
Palmiero, nel suo lavoro registico, ha dichiarato di voler far riemergere “l’intimità vera dei personaggi”, spinti da quell’ambiguità acuta che domina l’intera opera. Tutto si muove in un bianco assordante, geometrico, quasi manicomiale, che riflette la condizione interiore di Beatrice, la protagonista, prigioniera della propria mente e delle convenzioni sociali. Le sue giornate scorrono lente, scandite da un divano, dei liquori e un grammofono che suona vecchie canzoni napoletane, quasi a ricordare la solitudine e l’inquietudine di un’epoca.
È il mondo esterno – fatto di ombre, pettegolezzi e apparenze – a irrompere violentemente nell’intimità dei protagonisti, fino a costringerli a indossare “abiti” che non gli appartengono. In questa lotta tra essere e apparire, tra follia e lucidità, Palmiero immagina “una tempesta violenta che rompe l’apatia”, un turbine di parole, convenzioni e sentimenti che travolge scena e spettatori.
Un cast corale e coinvolgente
Accanto a Domenico Palmiero, che guida la scena con autorevolezza, si sono distinti Iris Golino, Nunzia d’Aiello, Mattia Serino, Salvatore Cembrola, Rosaria Salzano, Clementina Gesumaria ed Emilia Rocco, interpreti capaci di dare corpo e voce ai tormenti dei personaggi pirandelliani.
Il lavoro registico è stato supportato da un team tecnico d’eccezione: Giovanni Del Prete come assistente alla regia, Francesca Raucci alla direzione di scena, Daniele Barba per audio e luci, e Nunzio Tedesco come direttore di produzione.
Un inizio di stagione promettente
Con questa messa in scena di grande spessore, la stagione teatrale del Don Bosco si conferma come un laboratorio di emozioni e talento, capace di intrecciare cultura e territorio. La Compagnia F.S.S.L. ha dimostrato ancora una volta di saper restituire al pubblico la forza universale del teatro di Pirandello, arricchendolo di sfumature partenopee e contemporanee.
Un debutto che lascia il segno, e che promette una stagione densa di appuntamenti da non perdere.