La nuova classifica sulla qualità della vita 2025 stilata da Italia Oggi, basata su 92 indicatori e nove macro-categorie, si apre con un dato poco confortante per la Campania: Caserta scende al 93° posto, perdendo cinque posizioni rispetto allo scorso anno. Partendo dalla nostra città osserviamo lo stato di salute del Mezzogiorno all’interno di una graduatoria dominata da Milano, seguita da Bolzano e Bologna.
Caserta tra criticità persistenti e un Sud che prova a risalire
Il calo casertano riflette fragilità strutturali note dell’intera regione: livelli insufficienti di istruzione, bassi redditi, tassi di disoccupazione elevati e servizi pubblici spesso inadeguati. Caserta si colloca tra Catanzaro e Potenza, in un’area della classifica dove le difficoltà sono ancora fortemente radicate.
Eppure, osservando il quadro complessivo, emergono segnali inattesi: pur restando fragile, il Sud non arretra più. Le province insufficienti restano 22, come nel 2024, ma il punteggio medio migliora sensibilmente, passando da 165,1 a 176,6 punti. Le peggiori non peggiorano ulteriormente e, anzi, alcune realtà mostrano progressi significativi.
Il Mezzogiorno cambia pelle: nuove città in crescita
Dopo anni di scivolamenti continui, il Mezzogiorno sembra aver trovato un primo punto d’appoggio. Crescono città medie che si muovono in controtendenza: Lecce e Cagliari, si confermano come le sorprese dell’anno, trainate da turismo, servizi urbani, vivacità culturale e una qualità dello spazio pubblico che guarda sempre più agli standard del Centro Italia. Bari mantiene un profilo stabile, mentre Potenza e Campobasso riguadagnano terreno.
Rimangono invece in sofferenza province come Caltanissetta, Trapani e Reggio Calabria, che continuano a registrare performance molto lontane dalla media nazionale. Il divario Nord-Sud, dunque, non scompare: si sposta all’interno del Sud, creando una nuova polarizzazione socioeconomica tra aree dinamiche e territori bloccati.
Campania: eccellenze isolate e problemi strutturali
Il caso campano merita un capitolo a parte. Non mancano elementi positivi: quattro province su cinque ottengono buoni risultati nel sistema salute e, sorprendentemente, Napoli registra meno reati rispetto a grandi città come Milano, Roma, Bologna, Firenze, Genova, Venezia e persino Torino.
Ottimi anche i risultati in turismo, cultura e intrattenimento, settori che continuano a trainare l’economia regionale.
Ma sul versante socioeconomico la situazione resta complessa:
- Disoccupazione altissima, con Napoli fanalino di coda nazionale
- 18,38% tra gli uomini
- 23,91% tra le donne
- Livelli di istruzione e reddito tra i più bassi d’Italia
- Ambiente in forte difficoltà: consumi energetici elevati, scarso verde, inquinamento da biossido d’azoto. Napoli è quartultima e la provincia con più auto circolanti.
- Anche la gestione ambientale ha ombre: la raccolta rifiuti, pur migliorata (79º posto), resta insufficiente rispetto a un territorio dalle esigenze complesse.
Le province campane nella classifica generale
- Avellino – 77ª (la migliore in regione)
- Salerno – 81ª
- Benevento – 86ª
- Caserta – 93ª
- Napoli – 98ª
In fondo alla graduatoria resta Caltanissetta, mentre per dinamismo economico e innovazione urbana Milano guida la classifica finale.
Una nuova geografia del benessere italiano
La qualità della vita in Italia continua a presentare un divario evidente tra Nord e Sud, ma la nuova classifica suggerisce un cambio di prospettiva: le differenze non sono più solo territoriali, ma interne agli stessi territori. Nel Mezzogiorno convivono realtà in forte ripresa e province ancora bloccate, delineando una nuova mappa del Paese in cui il benessere è sempre più determinato da politiche locali, capacità di attrazione, qualità dei servizi e innovazione.
E Caserta, con la sua discesa al 93° posto, resta simbolo di un Sud che lotta ancora contro antiche fragilità, ma che in alcune delle sue città comincia finalmente a muoversi in avanti.