La Linea 10 della metropolitana, il collegamento strategico che unirà Afragola — con la sua stazione dell’Alta Velocità — al centro di Napoli, torna prepotentemente al centro del dibattito pubblico.
Dopo anni di annunci e proclami, rinvii e tracciati ridiscussi, l’opera sembra finalmente avviarsi verso una fase concreta, pur con molte incognite ancora irrisolte.
Un progetto atteso da decenni, fondamentale per la mobilità dell’area nord e per restituire dignità infrastrutturale a territori che scontano da anni un evidente deficit di collegamenti.
Il tracciato della Linea 10 attraverserà alcune delle zone più densamente popolate dell’hinterland napoletano — Afragola, Casoria, Casavatore — dove il trasporto pubblico su ferro è ancora insufficiente, poco capillare e scarsamente integrato con la rete metropolitana. Il collegamento diretto con la futura stazione “Di Vittorio” della Linea 1 rappresenta il vero punto di svolta: un corridoio metropolitano rapido e moderno che permetterà di raggiungere in pochi minuti nodi oggi percepiti come lontani.
La novità più rilevante è però l’integrazione finalmente efficace con la Stazione TAV Napoli-Afragola, utilizzata da migliaia di pendolari e viaggiatori ma rimasta per anni isolata: senza parcheggi adeguati, senza navette, senza percorsi protetti e con collegamenti pubblici del tutto insufficienti.
Negli ultimi mesi alcuni passi avanti sono stati compiuti. È stata firmata la convenzione tra Comune di Napoli ed EAV, che avrà il ruolo di soggetto attuatore. Una quota di finanziamenti — poco più di un miliardo sui circa tre necessari — è già stata assegnata per avviare gli stralci prioritari, ovvero la tratta da Afragola a Di Vittorio. Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha inoltre approvato il progetto, pur con prescrizioni tecniche che EAV ha recepito. Restano però da reperire i fondi per completare l’intera linea. Questo rappresenta ancora oggi uno dei principali nodi politici e amministrativi, anche alla luce della riduzione del 50% dei fondi destinati alla Linea 10 decisa dal Governo nella manovra finanziaria per il 2026: da 30 a 15 milioni di euro. Un taglio che ha riacceso il dibattito regionale, suscitando critiche politiche e forti preoccupazioni per la tenuta e il futuro del progetto. La durata prevista dei lavori supera i quattro anni: la prima apertura parziale potrebbe quindi arrivare intorno al 2030, a condizione che non si verifichino — come troppo spesso accade nelle grandi opere — rallentamenti, ricorsi o criticità nella gestione dei cantieri.
A questo scenario si aggiunge il tema, mai risolto, delle condizioni della stazione AV di Afragola, dove i disagi si trasformano quotidianamente in emergenze per lavoratori, pendolari e residenti. La gravità della situazione è confermata dal recente esposto di quattro tra le maggiori associazioni dei consumatori — Adoc, Assoutenti, Federconsumatori e Adiconsum — contro FS Park, Comune di Afragola, Autorità dei Trasporti e Ministero. Con parole durissime, le associazioni descrivono ciò che migliaia di utenti vivono ogni giorno: parcheggi insufficienti, aree insicure, assenza di navette, mancanza di collegamenti. Come FAST-Confsal riteniamo che la Linea 10 sia un’opera necessaria, strategica e capace di generare sviluppo economico e occupazionale. Tuttavia ciò non basta. È indispensabile coinvolgere le parti sociali in tutte le fasi cruciali, perché — oltre ai disagi vissuti quotidianamente dall’utenza — ci sono lavoratori che quell’enorme carico lo subiscono ogni giorno. Abbiamo chiesto al Segretario Regionale della FAST-Confsal, Francesco Toriello, una valutazione: “Ritengo che non sia più il tempo delle dichiarazioni di intenti. Servono responsabilità condivise e una regia istituzionale forte. Chi ne paga le conseguenze dirette sono gli operatori della sosta, le guardie giurate e tutti i lavoratori che affrontano aggressioni verbali quotidiane, stress operativo e carenze strutturali evidenti. E i cittadini, in gran parte pendolari, vivono ogni giorno disagi enormi: dalla scarsa accessibilità della stazione AV di Afragola all’assenza di collegamenti adeguati. Se aziende e politica non intervengono insieme, con un confronto permanente e soluzioni concrete, continueremo a rincorrere emergenze senza risolverle. La Linea 10 è un’occasione storica, o diventa un simbolo di riscatto per l’area nord, oppure rischia di trasformarsi nell’ennesima promessa mancata. Noi ci saremo, passo dopo passo, per vigilare, concertare e proporre soluzioni concrete. Ma non arretreremo e saremo pronti a denunciare ogni volta in cui saranno messi a rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori e i danni quotidiani subiti dall’utenza. Quest’opera non può più permettersi un altro rinvio, e i suoi benefici devono arrivare davvero alle persone che da troppo tempo li aspettano.”