Roma, 5 dicembre, È in corso alla Camera dei deputati l’Human Economic Forum 2025 – Vision 2040, piattaforma nazionale che intreccia antiche tradizioni spirituali, etica pubblica, innovazione tecnologica e missione istituzionale in un’unica narrazione sulla sostenibilità umana. Fino all’11 dicembre, archeologi, scienziati, economisti, leader religiosi e protagonisti dell’innovazione si confronteranno su come la sostenibilità sociale stia diventando la nuova “infrastruttura immateriale” della Repubblica: un presidio di coesione e stabilità in un tempo segnato da trasformazioni accelerate. Cuore culturale della manifestazione è la grande mostra “L’Affascinante Spiritualità dell’Antico Egitto”, curata dall’Università di Milano, che fa da cornice alle due giornate parlamentari del 9 e 10 dicembre, durante le quali interverranno rappresentanti delle più alte istituzioni, esponenti religiosi internazionali ed esperti di governance dell’intelligenza artificiale, identità digitale, tassonomia sociale e responsabilità d’impresa. Uno dei momenti più attesi è previsto il 9 dicembre, nella Sala del Refettorio, con la tavola rotonda interreligiosa “Cosa accade all’anima nell’era dell’intelligenza artificiale?”. L’incontro sarà introdotto e moderato dal filosofo Giuseppe Girgenti, studioso di riferimento del pensiero antico e del rapporto tra mito, tecnologia e identità umana.
Girgenti guiderà il confronto tra quattro autorevoli voci religiose: l’Imam Nader Akkad, il Rabbino Capo di Roma Riccardo Shemuel Di Segni,l’Arcivescovo maronita Youssef Antoine Soueif, Renzo Pegoraro, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita.
Al centro del dibattito, una domanda cruciale: cosa resta dell’umano nella civiltà degli algoritmi? E ancora: delegare all’intelligenza artificiale funzioni profonde come memoria, giudizio e decisione significa costruire una sorta di “dio tecnologico”, fronte al quale l’umanità rischia di prosternarsi senza averne compreso i limiti? La mediazione filosofica di Girgenti, che da anni indaga la dimensione spirituale e simbolica dell’umano, promette di orientare il dialogo verso una riflessione ampia e critica sul futuro della persona nella società digitale.
Il Forum affronta anche il ruolo dei media, considerati il primo presidio democratico in un’epoca segnata dalla diffusione di contenuti sintetici e algoritmi opachi.
“La sostenibilità sociale non è un capitolo dell’economia, ma la nuova sicurezza nazionale dell’Italia – spiega Giammario Battaglia, ideatore del Forum – e il primo settore da proteggere è l’editoria. Senza giornalisti, memoria e pensiero critico, un Paese perde le sue fondamenta civili”.
In questo quadro si inserisce la proposta dei “crediti sociali”, che il presidente del Forum Vincenzo Naschi distingue nettamente dai modelli di controllo dell’individuo: si tratta di strumenti per misurare in modo trasparente l’impatto sociale di azioni, prodotti e servizi, così da orientare politiche pubbliche e strategie d’impresa verso il bene comune. L’On. Giorgia Latini, vicepresidente della Commissione Cultura della Camera, ricorda infine che il Forum – benedetto da Papa Francesco – nasce come laboratorio di una “civiltà cosciente”, capace di custodire l’umano nel pieno della transizione più rapida della storia contemporanea.