Si susseguono i proclami di Trump sulla fine immediata della guerra in Ucraina. Le trattative tanto decantate con i leader europei sembrano sempre più in stallo. “Abbiamo avuto una buona conversazione con i leader europei” dichiara Trump indicando i colloqui fatti con Zelensky e gli alti rappresentanti di Nato, Italia, Regno Unito, Germania, Finlandia, Francia, Polonia, Olanda, Norvegia e Danimarca.
Mentre si parla di accordo condiviso al novanta percento tra Russia e Ucraina, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo in vertice di Berlino, dichiara che: “L’Ucraina non riconoscerà il Donbass come territorio russo, né de jure né de facto” e prosegue “Nonostante tutto, discuteremo la questione territoriale, che resta una delle questioni chiave su cui non abbiamo ancora raggiunto un consenso”. Ovviamente Putin dal canto suo continua a pretendere non solo la parte di territorio del Don Bass già in mano all’esercito russo, ma pretende anche che gli sia consegnata la parte che ancora è sotto il controllo ucraino.
Quello che poteva essere un bel regalo di natale per i cittadini ucraini, si complica ogni giorno di più sotto lo sguardo impotente dell’Europa. Probabilmente tutta questa incertezza nelle trattative con Zelensky e la speculare sicurezza da parte Trump è probabilmente figlia del confronto con Putin tenutosi in Alaska lo scorso agosto.
In quell’incontro, qualcosa di molto grande è stato al centro dei colloqui e dal comportamento di Trump l’ucraina, potrebbe essere stata usata come merce di scambio per ulteriori affari economici e militari tra USA e Russia.
E’ chiaro a tutti che la fine della guerra potrebbe avvenire anche domani, se solo l’ucraina rinunciasse al Don Bass, ma a che prezzo politico interno per Zelensky, dopo migliaia di morti per difenderlo. Dal canto suo Trump continua nella sua strategia per intimare questa sorta di resa mascherata a Zelensky. L’ultima offerta degli americani è un vago compromesso, infatti si è proposto di istituire nei territori occupati dalla Russia, una non meglio precisata zona economica libera, svincolata dalla guida della Federazione Russa. Insomma mentre le trattative continuano, in Ucraina si continua a morire e a soffrire il freddo nel rigido inverno.