DALL’ITALIA. Cumulo Inps-Casse professionali, la posizione dell’Inps

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Cumulo Inps-Casse professionali, la posizione dell’Inps

ROMA – Lunedì 19 marzo 2018, Gabriella di Michele, Direttore Generale dell’Inps, insieme ad alcuni dirigenti dell’Istituto ha incontrato una delegazione del Comitato per il cumulo gratuito, guidata dal presidente Marco Nicoletti, accompagnata dal senatore Nunzia Catalfo del Movimento 5 Stelle. Nel corso dell’incontro, il Direttore Generale ha ribadito la posizione dell’Istituto. L’Inps ritiene che il costo delle pratiche delle pensioni pagate in regime di cumulo ai professionisti che hanno versato contributi sia all’Inps sia alle casse professionali, debba essere sostenuto dagli Enti coinvolti nella liquidazione in misura proporzionale alle rispettive quote di pensione erogate. Tale onere andrebbe versato una tantum, al momento dell’effettiva liquidazione della quota di pensione, così come richiesto dalle Casse, a differenza di quanto auspicato dall’Inps che avrebbe preferito dilazionarne, anche su base mensile, il pagamento. La liquidazione delle pensioni in regime di cumulo per i professionisti che hanno versato contributi sia all’Inps sia alle casse professionali, disciplinato nelle linee generali dalla convenzione quadro recentemente predisposta da Inps e Adepp, comporta oneri di gestione per le attività necessarie all’attivazione, alla gestione e alla manutenzione delle procedure amministrative. L’Istituto ha stimato un costo per la gestione dei pagamenti di queste pensioni, determinato in base a una valutazione statistica delle attività necessarie alla gestione amministrativa delle stesse. Si tratta esclusivamente di oneri diretti, che riguardano cioè le spese del personale utilizzato in attività legate alla gestione del pagamento della pensione come, ad esempio, il cambio dell’ufficio pagatore o il cambio dell’iban, la gestione delle trattenute o di eventuali cessioni del quinto. Sono esclusi da questo calcolo tutti gli oneri relativi alla realizzazione di piattaforme informatiche e all’impiego dei sistemi informatici, così come quelli di corrispondenza, che sono interamente a carico dell’Istituto. Il Direttore Generale ha ricordato che l’Inps non ha ricevuto alcun finanziamento dal Governo per la copertura di questi costi, perché la norma finanzia solo i maggiori oneri di spesa previdenziale. L’incontro si è concluso con l’impegno da parte dell’Istituto a invitare formalmente le singole casse a sottoscrivere la convenzione quadro predisposta da Inps e Adepp. La delegazione del Comitato per il cumulo gratuito, nel ringraziare il Direttore Generale dell’Inps per i chiarimenti forniti, ha espresso apprezzamento per la disponibilità mostrata dall’Istituto ed ha affermato che si farà carico di sensibilizzare i vertici delle rispettive casse. Di seguito il comunicato stampa diffuso dall’INPS: “In relazione ad alcuni comunicati stampa diffusi nel pomeriggio, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ritiene che da parte dell’Adepp, l’associazione delle Casse previdenziali dei professionisti, siano stati usati toni assolutamente inaccettabili nei confronti dell’Istituto e del presidente Boeri. Pertanto, riguardo alla divisione del costo delle pratiche delle pensioni pagate in regime di cumulo ai professionisti che hanno versato contributi sia all’Inps sia alle casse professionali, l’Istituto ritiene necessario fare le seguenti precisazioni. La normativa sul cumulo non si pronuncia riguardo alla divisione degli oneri gestionali, ma rimanda esplicitamente ad un accordo tra le parti. L’Inps ritiene che il costo debba essere sostenuto da tutti gli Enti coinvolti nella liquidazione, in misura proporzionale alle rispettive quote di pensione erogate. Questa modalità di divisione degli oneri sembrava inizialmente condivisa dall’Adepp, tanto che il testo di convenzione concordato, frutto di un lungo scambio tra le parti, prevedeva esplicitamente questa ripartizione, andando oltre le mere commissioni bancarie (art. 12 della bozza di convenzione). L’Istituto è già andato incontro alle richieste dell’Adepp prevedendo che l’onere venga versato una tantum, al momento dell’effettiva liquidazione della quota di pensione (a differenza di quanto auspicato dall’Istituto che avrebbe preferito dilazionarne il pagamento). La Convenzione firmata da alcune Casse è stata modificata ad arte rispetto al testo precedentemente redatto (eliminando la parte che prevedeva il pagamento di un corrispettivo da parte delle Casse ad INPS per la copertura degli oneri amministrativi) ed è pertanto non accettabile da parte dell’Istituto. La Convenzione non ha pertanto valenza in quanto non risponde ad un accordo tra le parti. L’Inps ha invitato formalmente le singole Casse (tramite PEC) a sottoscrivere la convenzione quadro precedentemente predisposta. Il costo stimato dall’Inps, pari a circa 65 euro a pratica, è relativo unicamente alla gestione dei pagamenti di queste pensioni. L’Istituto si farà, infatti carico interamente degli altri costi amministrativi. I 65 euro considerano esclusivamente gli oneri diretti, che riguardano cioè le spese del personale utilizzato in attività legate alla gestione del pagamento della pensione come, ad esempio, il cambio dell’ufficio pagatore o il cambio dell’iban, la gestione delle trattenute o di eventuali cessioni del quinto (questi sono costi relativi alle pensioni in cumulo in quanto è verosimile che se l’interessato avesse avuto diritto a richiedere la pensione, utilizzando solo i contributi INPS, avrebbe già presentato domanda). I 65 euro non includono tutti gli oneri relativi alla realizzazione di piattaforme informatiche e all’impiego dei sistemi informatici, così come quelli di corrispondenza, che sono interamente a carico dell’Istituto. L’Inps non ha ricevuto alcun finanziamento dal Governo per la copertura di questi costi, perché la norma finanzia solo i maggiori oneri di spesa previdenziale. L’Inps è impegnato in un’operazione di riduzione dei propri costi amministrativi, a tutti livelli. Indipendentemente dall’uso che l’Inps intende fare dei suoi risparmi, la richiesta ingiustificata da parte di Enti privati di scaricare il costi di loro competenza sull’Istituto è ancora meno assecondabile, considerata la politica di attenzione ai costi operata dall’Istituto. L’Inps è un Istituto pubblico e non può pertanto mettere in pagamento alcuna prestazione in mancanza di una Convenzione, se esplicitamente prevista dalla legge, come in questo caso. L’Inps continua a sostenere che appare del tutto ingiustificato che debba essere l’Istituto previdenziale pubblico, finanziato con i soldi dei contribuenti, a farsi carico di un costo che è, oggettivamente, di competenza di tutti gli Enti coinvolti nella procedura.

INPS – Ufficio Relazioni con i Media