CASERTA. SANTUARIO SANT’ANNA E SAN SEBASTIANO : DOMANI IL PRANZO PASQUALE DI SOLIDARIETA’ ORGANIZZATO DAI VOLONTARI OSA. PRESENTE ANCHE IL SINDACO CARLO MARINO

di GIOVANNA PAOLINO

Caserta. Tutto pronto per il Pranzo della Solidarieta’ che si svolgera’ domani 31 marzo 2018 , in occasione della Santa Pasqua, a favore di quanti vivono in una situazione di disagio e di bisogno  nella citta’ di Caserta.

L’evento e’ organizzato dall’OSA- Organizzazione Sant’Anna –   nella sala adiacente al   Santuario di Sant’Anna e San Sebastiano  retto  da Don Andrea Campanile  subentrato, il 28 ottobre 2017, a Don Giovanni Gionti  come guida spirituale della comunita’ del Santuario di Sant’Anna e della vicina Chiesa di San Vitaliano.

Ad esso parteciperanno il  Sindaco di Caserta, Avv. Carlo Marino , ed il Vescovo di Caserta, Monsignor Giovanni D’Alise.

Il Pranzo della Solidarieta’   organizzato dai Volontari OSA rappresenta un importante evento della vita cittadina capace di coinvolgere tutte le piu’ importanti forme di associazionismo e di impresa in nome di un sorriso  e di una tavola imbandita per quanti da tempo hanno dimenticato il colore di un sorriso ed il sapore di una tavola imbandita.

Questa lodevole impresa ormai consolidata da ben otto anni e che si svolge lungo tutto il corso dell’anno, la si deve alla chef Rosanna Marziale, Stella Michelin e Ambasciatrice nel mondo della mozzarella di bufala campana DOP e da Francesco Marzano vice Pres. P.M.I., con l’intento di emulare quelle forme di solidarietà sociali già sperimentate nelle grandi città occidentali.

Ogni anno , sia a Natale che a Pasqua , i Volontari Osa aprono il Santuario di Sant’Anna ed aggiungono ” quel posto a tavola in piu’ ” trasformando in famiglia l’emarginazione , l’isolamento , la poverta’.

” Il nostro obiettivo – affermano i Volontari Osa – e’ lanciare un appello inconfondibile alla societa’ civile invitandola al rispetto dell’Uomo , al di là del credo religioso e al di là delle condizioni economiche”-

Fatti , dunque, e poche parole per ricordare, cosi’ come  e’ solito ricordare Monsignor Giovanni D’Alise , ” quanto inutili siano in questa epoca di  vuota apparenza  le ambizioni umane e i conflitti religiosi”.

Il Pranzo della Solidarieta’ OSA  dimostra , inequivocabilmente, che la soglia della Poverta e’ in aumento.

Sono circa 300  appartenenti a varie etnie, e di ogni età, gli ospiti che  sia a Natale che a Pasqua  accoglie l’invito dell’Associazione  fondata da Don Giovanni Gionti, la quale da  quasi 10 anni  mette insieme anziani, persone senza fissa dimora, gente che vive nella strada, negli istituti, nelle carceri, e tutti quei poveri che vengono aiutati durante l’anno.

“Di anno in anno- dicono i Volontari – – questa tavola si è allargata. Ogni lunedi’ ed ogni venerdi’  doniamo  un pasto ai senza tetto che sono allocati nei pressi della stazione ferroviaria di Caserta. Il mercoledi’, poi, e’ il giorno in cui viene elargito loro un pacco viveri”.

Adiacente al Santuario  i Volontari hanno  attrezzato un locale dove  i bisognosi possono accedere per lavarsi , rifocillarsi e dove vengono distribuiti  vestiario e capi di abbigliamento forniti da commercianti e rivenditori .

Il Pranzo della Solidarieta’ viene donato da imprenditori privati , commercianti agroalimentari e da esercenti  della ristorazione del nostro territorio.

Secondo Eurostat l’Italia è il Paese che conta, in valori assoluti, più poveri in Europa. È quanto emerge dalle analisi dall’Ufficio Statitico dell’Unione Europea sul tasso di privazione sociale. Nel 2016 i poveri erano quasi 10,5 milioni.

La classifica è stata redatta basandosi su una serie di indicatori che valutano le possibilità economiche e di situazione sociale delle persone. Le spese prese in considerazione da Eurostat permettono di valutare quando si entra nella categoria di deprivazione materiale e sociale se non ci si può permettere almeno cinque delle spese sotto elencate:

• affrontare spese impreviste;

• una settimana di vacanza annuale fuori casa;

• evitare arretrati (in mutui, affitti, utenze e / o rate di acquisto a rate);

• permettersi un pasto con carne, pollo o pesce o equivalente vegetariano ogni secondo giorno;

• mantenere la propria casa adeguatamente calda;

• una macchina / furgone per uso personale;

• sostituire i mobili logori;

• sostituire i vestiti logori con alcuni nuovi;

• avere due paia di scarpe adeguate;

• spendere una piccola somma di denaro ogni settimana su se stesso (“paghetta”);

• avere attività ricreative regolari;

• stare insieme con amici/famiglia per un drink pasto almeno 1 volta al mese;

• possedere una connessione Internet.

Anche secondo i dati resi noti dall’Istat sulle condizioni di vita degli italiani, nel 2016 si registra il record storico sia per le persone a rischio di povertà (20,6%) sia per quelle a rischio di povertà o esclusione sociale (30%).La stima delle famiglie a rischio povertà o esclusione sociale per il 2016 è infatti del 30% e qui ad essere registrato è un peggioramento rispetto all’anno precedente quando la percentuale era del 28,7.

Secondo il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali la povertà è un fenomeno complesso che dipende da vari fattori in quanto non deriva solo dalla mancanza di reddito ma anche dalle scarse probabilità di partecipare alla vita economica e sociale del Paese. Secondo quanto riportato dall’Istat, il rischio di cadere nella condizione di povertà riguarda sia gli individui considerati singolarmente (e si passa dal 19,9% al 20,6%), sia coloro che vivono in famiglie con pochi mezzi (e qui si passa dall’11,5% al 12,1%), sia infine persone che vivono in nuclei a bassa intensità lavorativa.

Le aree più esposte al fenomeno sono quelle meridionali ma anche il Centro del Paese non se la passa bene infatti un quarto dei residenti è a rischio povertà.

Per l’Unione Nazionale Consumatori: “Non solo i dati peggiorano rispetto al 2015, ma mai si era registrato un dato così negativo dall’inizio delle serie storiche, iniziate nel 2003” afferma Massimiliano Dona presidente dell’UNC.

“Sono dati da Terzo Mondo, non degni di un Paese civile. Non si tratta solo di una priorità sociale e morale, ma anche economica. Fino a che il 30% degli italiani è rischio povertà o esclusione sociale è evidente che i consumi delle famiglie non potranno mai veramente decollare e si resterà intorno all’1 virgola” prosegue Dona.

“I dati ci dicono che non basta varare il Rei (Reddito di inclusione sociale, ndr) cercando di tamponare l’emergenza. Bisogna evitare che le file dei poveri assoluti continuino ad ingrossarsi, risolvendo i problemi di chi, pur stando ora sopra la soglia di povertà assoluta o relativa, rischia di finire sotto perché non riesce a pagare le bollette o ad affrontare una spesa imprevista di 800 euro” conclude Dona.