di GIOVANNA PAOLINO
AVERSA. Grande attesa per questa sera, venerdi’ 30 marzo 2018 , per la Via Crucis guidata dal Vescovo Monsignor Angelo Spinillo : alle ore 20.45 , infatti, la Via Crucis si fermera’ all’interno della Casa di Reclusione di Aversa e coinvolgera’ il Personale ed i Detenuti.
Il corteo diretto dal Vescovo si fermerà all’interno dell’ Istituto, nello spazio antistante la Porta Carri, costituendo la nona stazione della Via Crucis e in tale postazione alcuni detenuti e alcune unità di Personale parteciperanno alla liturgia attraverso la lettura di passi biblici.
” Possiamo dire con orgoglio – afferma il Direttore della Casa di Reclusione di Aversa Dott.ssa Carlotta Giaquinto – che ci siamo adoperati perche’ la popolazione detenuta fosse coinvolta nella piu’ antica e sentita tradizione religiosa pasquale “.
Un evento , quello che si realizzera’ questa sera con i Detenuti della Casa di Reclusione di Aversa, che ha come protagoniste le “persone abbandonate sotto il peso della croce” cosi’ come ha detto Papa Francesco.
“Abbiamo voluto creare – continua il Direttore Giaquinto – un’integrazione simbolica tra carcere e città con l’abbattimento di ogni barriera ideologica”.
La nona stazione della Via Crucis si sofferma sulla paura del domani.
Momenti suggestivi nell’intero rituale in cui la meditazione chiede di superare la “comodità dell’immobilismo” con la “speranza alimentata dalla preghiera” che nasce dentro la prova che ci troviamo ad affrontare a causa della crisi, non dopo la crisi.
Via Crucis, dunque, a conferma quanto sia un momento particolarmente atteso, non solo dalla popolazione detenuta, ma da tutti gli operatori penitenziari che questa sera prenderanno parte all’evento religioso.
«Momento di grande significato religioso – aggiunge Carlotta Giaquinto – fare entrare fra le mura carcerarie la processione e tutto ciò che significa carità cristiana per fare in modo che il significato intrinseco della Via Crucis si trasmetta ai detenuti con entusiasmo e partecipazione. Il Signore ci ha insegnato che abbracciando la Croce si dona la vita e noi vogliamo essere testimoni di speranza”.
Anche un tempo duro come quello del carcere deve scorrere intriso di speranza. Speranza in una vita migliore, in un futuro dignitoso oltre le sbarre, in una seconda possibilità.
La Casa di Reclusione di Aversa ospita circa 200 detenuti . Una capienza che si puo’ estendere fino ad numero massimo di 350 unita’ come capienza tollerabile.
” Il nostro obiettivo – spiega il Direttore – e’ innanzi tutto ribadire quanto gia’ detto da Papa Francesco in occasione del Giubileo dei Carcerati : la dignità della persona è insopprimibile e i diritti fondamentali non possono essere messi tra parentesi”.
Come ogni cambiamento, quello della riabilitazione dei detenuti è dunque un processo che ha i suoi tempi, a volte anche lunghi, e che richiede un contatto assiduo e costante con professionisti della riabilitazione psicologica, sociale e lavorativa, che abbiano esperienza e che siano in grado di interagire con persone che di alcuni valori e situazioni sociali potrebbero non aver mai sentito parlare se non in televisione o al cinema, e che quindipotrebbero non aver mai considerato che la cosa potesse riguardarli personalmente.
“È un processo che può iniziare dentro il carcere, ma che poi deve poter proseguire anche fuori. Perché è nella continuità che avvengono, si consolidano e stabilizzano tutti cambiamenti” afferma il Direttore Giaquinto
” Lavoriamo per la rieducazione dei detenuti- conclude il Direttore – L’elemento fondamentale del trattamento, è proprio il lavoro. Sono impegnati, vengono pagati, hanno la possibilità di stare fuori dalla sezione per diverse ore al giorno, e quindi, non stare in situazioni di “cattività” diciamo. Hanno anche la possibilità di imparare un mestiere, che poi possono spendere una volta rimessi in libertà”.