Per il Sud appena otto righe, quello che è necessario al nord diventa superfluo al sud.

Per il Sud appena otto righe, quello che è necessario al nord diventa superfluo al sud.

Di Fiore Marro

Caserta 19 maggio 2018

Sono bastate otto righe ed ecco svanire come magia le speranze di risolvere la “questione sudista”, in barba a tutti quelli che nel M5S al Sud ci avevano creduto, non solo per la battaglia del “Giorno della Memoria” ma pure a una vera presa in considerazione dei diritti di pari opportunità dei duosiciliani; riporto di seguito quel poco che si riscontra dal “Contratto di programma di cambiamento M5S-Lega:

“Con riferimento alle Regioni del Sud, si è deciso, contrariamente al passato, di non individuare specifiche misure con il marchio “Mezzogiorno”, nella consapevolezza che tutte le scelte politiche previste dal presente contratto (con particolare riferimento a sostegno al reddito, pensioni, investimenti, ambiente e tutela dei livelli occupazionali) sono orientate dalla convinzione verso uno sviluppo economico omogeneo per il Paese, pur tenendo conto delle differenti esigenze territoriali con l’obiettivo di colmare il gap tra Nord e Sud.”

La “Questione meridionale” d’incanto è sparita, non perché si sia trovato una strada per risolverla, semplicemente la si è messa sotto il “tappeto”, per buona pace di tutti.

La questione meridionale dunque è abortita sul nascere, il che,  per chi ha votato pensando di ripristinare il progetto di ricostruzione delle Due Sicilie in termini critici e strumentali, deve far riflettere moltissimo. Saturi dei 157 anni di storia, così come ci viene propagandata dai nostri colonizzatori, pensavamo che finalmente venisse rovesciato il principio secondo cui tutto quello che è necessario al nord è superfluo al sud, ma non è così almeno da come ci pare scorgere in quelle poche strofe di contratto.

Quella 4 parole, messe su, nel contratto Giallo- Verde, raffazzonate alla buona e meglio, non possono essere la risposta alle speranze, alle spettanze, all’impegno che hanno profuso il 4 marzo una miriade di uomini del sud, che oltre a dare un voto larghissimo e una fiducia illimitata ai grillini, hanno portato sul desco leghista quasi 1 milione di suffragi.

Nelle nostre terre con questa scelta, al di là della menata del reddito di cittadinanza, chi ha votato si augurava che si cominciasse a parlare di ricostruire qualcosa nelle Due Sicilie, non vorrei che il popolo si fosse ritrovato dinnanzi all’ennesima fregatura.

Non è una questione di atteggiamento da Criticoni o Soloni  e nemmeno un gridare allo scandalo, verso questo misero e striminzito documento, ma tutti si aspettavano di sicuro di più, non leggo di infrastrutture, di riorganizzazione della Scuola, Trasporti, mancano indicazioni pure le meno importanti attività di servizi pubblici oggi mancanti.

Tutti si chiedono, letto il programma, ma il Sud dove è finito?

Con questo metodo dobbiamo continuare ad essere colonia senza nessun collegamento stabile con l’Italia dei colonizzatori? Pensate cosa sarebbe il nord senza le importanti infrastrutture realizzate e in itinere. Pensate a noi che abbiamo smesso di intraprendere dall’era Bombrini. Con questo contratto cosa cambia? Dove sono gli spazi in cui poter scrivere sui libri utilizzati nelle scuole dell’obbligo e superiori che le province del sud sono povere e non hanno possibilità di progredire, perché mancano le infrastrutture? Continueremo a raccontare menzogne così che i nostri “bravi”educatori, potranno continuare a insegnare agli allievi, duosiciliani e non, la lezione imposta dai savoja senza nessun commento. Questi, infatti, continuano a propinare nozioni errate ai nostri giovani, disconoscendo completamente che noi siamo stati una nazione in continuo progresso e che fino al 1860 eravamo lo stato più evoluto dell’Europa e all’avanguardia in tutti i campi.

Siamo una nazione che ha rinnegato il suo ieri, ora perché non può avere un suo domani?

Oggi la nostra economia è ai margini del sistema economico nazionale, perché i nostri “fratelli padani” hanno fatto bene a trasferire le banche al settentrione così da bloccare sul nascere qualunque processo di crescita. Gli economisti parlano del moltiplicatore economico per fare crescere l’economia di una ragione, ma noi intelligentemente abbiamo fatto in modo che le nostre strutture bancarie venissero trasferite senza colpo ferire nelle regioni del nord, così tutti i nostri risparmi bancari e i vari premi assicurativi possono essere spesi in quelle regioni e il processo del moltiplicatore può funzionare tranquillamente e il buio in fondo al tunnel può trasformarsi in una luce quasi brillante.

Tanti cittadini del Sud avevano un sogno nel cuore, con questo Contratto il “mezzogiorno” non solo rinuncia ad una speranza di giustizia ma butta a mare “il bambino con tutta l’acqua sporca”. I terroni possono continuare ad essere il serbatoio di manodopera delle imprese pulite del nord, mentre la nostra terra può continuare a vivere nella miseria assoluta senza nessuna possibilità di ripresa sociale, culturale, economica, lavorativa.