Bollette acqua alle stelle:il consiglio comunale a Marcianise vota sí al contrasto della delibera dell’Ente idrico

Ieri pomeriggio si e’ svolto un consiglio comunale particolarmente rilevante al comune di Marcianise, su un solo punto all’ordine del giorno:”rischio di privatizzazione del servizio di gestione integrata del sistema idrico a seguito delle delibere dell’Ente Idrico Campano (EIC). La valutazione delle possibili azioni da intraprendere e il relativo indirizzo al Sindaco e alla Giunta”. I proponenti sono stati i consiglieri comunali di opposizione Delle Curti Raffaele, Cibelli Rosalba,Tartaglione Lina, Valentino Tommaso, Raucci Salvatore, Abbate Alberto, Moretta Giuseppe, Moretta Marina, Foglia Paola e Giuliano Jole. La delibera votata all’unanimità da entrambi gli schieramenti impegna l’ente, in sintesi, a verificare lo stato di salute della gestione finanziaria dell’ITL Spa (di cui detiene il comune il 26% delle quote) e a verificare la procedibilità di un’impugnazione della delibera dell’Eic con oggetto l’aumento tariffario.

Va ricordato che un anno fa fu approvata mozione analoga richiedente un’indagine tecnico-legale ed economico-finanziaria, a cura degli uffici comunali, per verificare la convenienza di mantenere la partecipazione in ITL S.p.A., ma non fu intrapreso nessun atto concreto in quella direzione. E ancora nel 2019 una commissione d’indagine aveva provato ad approfondire le modalità di gestione del servizio idrico da parte del Consorzio idrico Terra di Lavoro, oggi ITL Spa, ma non pervenne alcun riscontro alle richieste di informazioni da parte del CITL e la commissione non fu messa “in condizioni di svolgere le indagini ed i controlli relativamente al CITL”. In occasione del bilancio consolidato a novembre 2024 erano ampiamente emerse criticità nel rapporto con il gestore ITL, tanto che il sindaco Antonio Trombetta aveva richiesto la convocazione di un’assemblea straordinaria in seno alla società con all’ordine del giorno la revoca del Consiglio di Amministrazione. Un CdA con alla testa un presidente, Pasquale Di Biasio, che regna incontrastato da decenni, appropriandosi di condotte amministrative discutibili come non approvare il bilancio di esercizio 2023 né entro il termine ordinario stabilito in 120 giorni dalla chiusura dell’esercizio (quindi entro il 29 aprile 2024) né entro il termine straordinario stabilito in 180 giorni dalla chiusura dell’esercizio (ovvero entro il 28 giugno 2024). Nessun esito ebbe la richiesta del sindaco. Ad aprile 2025 il sindaco inoltra una nuova richiesta perché sono sopraggiunte inquietanti, ma non proprio sorprendenti novità. Il sindaco chiede al presidente dell’assemblea dei comuni soci, al collegio dei revisori, alla società di revisione, al presidente dell’organismo di vigilanza dell’Itl, ancora una convocazione dell’assemblea straordinaria dei soci dell’ITL, ma questa volta per ricevere una relazione del CdA sullo stato di crisi finanziaria, ormai manifesto, emerso dal verbale pubblicato del 31.03.2025 con cui era stata formalizzata dall’ITL la volontà di aderire “allo strumento di composizione della crisi di impresa per consentire alla società il superamento della crisi in cui versa attualmente”. Una crisi debitoria non palesata negli ultimi due bilanci del 2023 e del 2024. Nella stessa assemblea straordinaria, dopo quasi tre anni dalla trasformazione del Citl in società in house (100% pubblica), si richiedeva la nomina dei componenti del comitato di controllo analogo come previsto dallo statuto societario. Il controllo analogo da parte dell’ente pubblico e’ un’attività obbligatoria intesa come vigilanza analoga a quella svolta istituzionalmente sull’attività dei propri uffici. Il CdA ha preso ulteriore tempo di “meditazione” e dall’acquisizione della richiesta, registrata con protocollo di giugno, ha convocato l’assemblea per oggi 23 settembre. Seguiranno aggiornamenti in merito.

La lunga sequenza di inadempienze e omissioni della società di cui il consiglio comunale era chiamato a discutere ieri la forma statutaria che la delibera dell’Eic ha voluto convertire da “in house” attuale in mista con ingresso del privato, può servire per valutare la fondatezza degli argomenti dei seguaci del “privato piú efficiente e salvifico”. Quale potere potrà esercitare l’ente pubblico in una futura società mista, dove il socio privato di minoranza ha diritto di nominare l’Amministratore Delegato e il Direttore Generale e ha sempre diritto di veto, se non è riuscito ad esercitare nessuna vigilanza attiva neanche quando la società gestore è “fatta in casa”? E’ legittimo che un imprenditore che investe capitali nella gestione idrica abbia diritto ad un equo profitto che gli consenta di recuperare i “costi di investimento” come dice la legge. Ma l’idea che il referendum del 2011 aveva sancito era quella di servizi pubblici che avessero sí rilevanza economica ma rifiutassero  le logiche della finanza e dei profitti a favore dei dividendi.

Il risultato della delibera approvata in consiglio comunale, delibera che attendiamo di leggere con accuratezza appena sarà pubblicata, e’ un esordio importante senza dubbio. L’esordio di un’ alleanza fattiva e intraprendente fra un gruppo di consiglieri di opposizione motivato da tempo a far luce su una gestione spericolata e dolosa di una risorsa così capitale per le comunità e una schiera crescente di cittadini, associazioni, comitati, forze politiche e sindacali. Il 20 settembre presso Casa Stefano Tonziello a Capodrise si è svolta una prima assemblea di questa alleanza per l’acqua pubblica, la seconda assemblea aperta si svolgerà venerdì 26 settembre nello stesso luogo alle 17,30. La determinazione a contrastare le delibere dell’Eic nasce dalla strisciante imposizione di bollette non sostenibili per i cittadini e dalla minaccia molto seria di un nodo scorsoio per gli enti comunali, sostengono i sostenitori della mobilitazione provinciale: quello di un governo idrico del privato opaco e vocato al profitto ad oltranza anche da finanza. C’è da augurarsi che questa volta i tempi di reazione dell’amministrazione marcianisana non siano biblici per impugnare la delibera: la scadenza e’ il 27 ottobre per depositare il ricorso.