CASERTA, NONO CONVEGNO DIOCESANO, FACCIA A FACCIA CON IL CAMBIAMENTO

A CURA DI GIANCLAUDIO DE ZOTTIS

CASERTA – nono convegno diocesano in una quattro giorni con incontri organizzati dal centro pastorale giovanile e vocazionale di Caserta, con un meeting al Crowne Plaza, struttura alberghiera rinomata nell’ex area S. Gobain di Caserta.

Riportiamo di seguito l’intervento di DON MATTEO sui bambini, sul cambiamento in generale, avvenuto con una partecipazione massiccia di persone di tuttele fasce di età. Ecco uno stralcio dell contributo che ha offerto parecchi spunti di riflessione alla folta platea con dichiarazioni anche dirette e pungenti all’universo dei ‘grandi’.

“Far crescere i  bambini, un essere indifeso che deve essere formato, combina solo guai, i genitori li adorano, li crescono, gli fanno vincere e far avere ciò che vogliono, vedendo una pienezza in loro che rappresenta l’umanità in forma ridotta (un piccolo camorrista).

Lì vediamo adulti in piccolo, hanno bisogno di un adulto per la crescita, non sono in grado di peccare (o almeno così vengono visti, belli, indifesi, dolci) ci si vede l’esorcismo del peccato mortale, quello sguardo magico dei piccoli, con i docenti che poi dovrebbero contribuire alla crescita dei piccoli, al di fuori della loro casa, con una scuola pensata per gli gnoranti, ai bambini che sono considerati dei piccoli messia a cui deve essere insegnato il catechismo, vivono spesso in case ove non ci sono conflitti, ed è un male l’assenza di conflittualita,  non potendo crescere soli chiaramente.

C’é bisogno di guardare gli adulti che handicappizzano i piccoli. Genitori che proteggono troppo che evitano di farli fare male, poi i ragazzi crescono, cercano lavoro, lo trovano magari lo perdono e ci fanno sentire vecchi. I figli sono un’autorizzazione a morire.

Un aneddoto, tra le varie confessioni di persone ho avuto un 72enne(avete letto bene settantaduenne) il quale mi ha candidamente confidato dopo due divorzi, di aver tradito la moglie con una ragazza giovane, gli adulti sono un altro mondo, devono riscoprire la gioia del dono, dell’essere grande, riscoprire la bellezza dell’adulto, sono poeti, allenatori ed e’ faticoso ma è anche la cosa più divina che ci sia. I figli non sono tuoi, bosogna creare umanità, c’ è differenza tra il voler bene e volere il bene molte volte coincidono, altre no, ed è difficile farle combaciare, bisogna amare i genitori, IV (quarto) comandamento, difficle da eseguire, onora il padre e la madre, si diventa un po’ poeti a volte, bisogna educare la prole all’arte, la musica, spesso dicono di sentire la mancanza dellaloro infanzia (i grandi) regalare, DARE spazi agli altri”.

Altro intervento il secondo, particolare sicuramente, presenti tra gli Monsignor D’Alise, il dottor Armiento, la dott.ssa Scaridcchio.

Ma ritorniamo al II intervento con un paio di episodi che hanno avvicinato il parroco alla fede, “Il maneggiare con cura, il non andar d’accordo con la sicurezza, sono un uomo di fede, la mia forza mi espone a ferite, tradimenti, vulnerabilità’ che è la luce di DIO che trasforma tutto appunto in luce. Sono un uomo saggio ma abbraccio spesso la fragiità, siamo tutti FRAGILI, non c’è una persona che non lo sia altrimenti si e’ tutto fuorchè uomini senza fragilità, ed lì che alberga DIO, il Signore. Importante in questi momenti non arrendersi, reagire, la croce va portata, proseguire in avanti, ci vuole pazienza, condividere è importante per delle ferite che ci portiamo dentro e che spesso non hanno spiegazioni.

Ho vissuto un’ esperienza a Bogotà, (ecco il I episodio di fede) Colombia, con un gruppo di sacerdoti, eravamo in Hotel, scesi dall’albergo ho visto famiglie rovistare nei bidoni dell’immondizia, scene che vediamo anche da noi, un bambino si avvicina a mi chiede dei soldi, rovisto in tasca gli dono quello che ho e mi  sento a posto con la mia coscienza. Dopo torno in camera non chiudo occhio, ho pensato a quanto siamo fortunati se stiamo male da noi c’ è un medico,qualcuno che ci da o ci fa da mangiare e lo troviamo spesso, le mamme o mogli o compagne al ritorno dei loro ‘uomini’ gli fanno trovare tutto pronto, la cena e noi le ricambiamo chiedendo magari un piatto ‘diverso’, dicendo ‘ma mangiamo sempre le stessse cose’, frase tipica, bambini in mense che davanti al cibo dicono non lo voglio, dicono non mi piace, è possibile avere altro ???.

Il giorno dopo ho accompagnato un ragazzo in chiesa, ma c’era un bimbo in ginocchio che ha attirato la mia attenzione, che con la mamma anch’elle inginocchiata si dirige verso l’l altare, il piccolo accende un cero e io lodo il piccolo, lo guardo e mi accorgo che era colui al quale avevo fatto l’elemosina il giorno prima!!Incredibile!!! Sono rimasto a pregare ho capito in quel frangente cosa è la FEDE, la provvidenza, quella mamma che tira su il bambino nonostante i problemi, la povertà, la fragilità”.

Ecco il secondo episodio IMPORTANTE. “Sono andato a Lourdes dopo qualche titubanza personale ed un rifiuto iniziale, ed proprio là che ho conosciuto una donna paralitica di 42 anni, la cui barella rappresentava la CROCE, la sua croce, la quale mi ha confidato di venire spesso a Lourdes non per la grazia, ma per la sua devozione, due pugni nello stomaco forti praticamente ancora la fragilità motivo di speranza e di incontro che mi ha convertito definitivamente, il bisogno di umanità, curare la propria fragilità (parola usata spesso, quasi abusata), senza paura e lì che c’ è Dio che trasforma la vita affinchè diventi Resurrezione, facciamo fatica con la fragilità (la debolezza). Nella nostra fragilità incontriamo e riconosciamo i limiti nostri ma nè possiamo uscire, come ??? Con l’aiuto delle nostre mani (mano da cui deriva la parola umano,  l’ essere umano appunto) che rimette il pollice davanti, cerchiamo delle risposte le otteniamo ma dobbiamo capire i limiti delle risposte che otteniamo che ci fanno guardare le cose sotto un’altra ottica. Le stesse magari cerchaimo, ci siamo evoluti, dalle palafitte alle chiese costruite, gli acquedotti, le stazioni ecc eccetera, sviluppando  così lanostrapotenza, portando disordini, il sigillo dell’uomo secondo cui il caos l’ha portato DIO in persona.

Un disordine creativo straordinario, le nostre mani fondamentali  hanno una potenza impressionante, la tecnica il perfezionamento di strumenti a nostra disposizione,la II guerra mondiale, l’evoluzione tecnologica, i cellulari che ci ‘rimbecilliscono e alienano, gli strumenti sofisticati che ad es. ha un dentista e chi piu’ ne ha più ne metta.

L’errore che i grandi spesso commettono e quello di far venire meno l’appoggio ai giovani importanti per la nostra società , la gioventuù il fior fiore dell’eta, si pensi alla Juventus (mugugni in sala) che significa appunto gioventù ma è meglio non andare oltre nel discorso calcistico evito questo campo minato (sorrisi in sala e qualche risata)”.

Esibizione della fabbrica di Wojtila molto bella, audio con messaggi da parte di Papa Francesco sui giovani, la condivisione e dibattito finale con domande e risposte chiamiamole striminzite per dar spazio a tutti con l’espressione di concetti ermetici, riassuntivi ma chiari.

Presente suor Rita Giarretta, presenza carismatica, sempre in prima linea con la sua associazione nell’aiuto al prossimo inparticolare le donne straniere nigeriane e non solo madri che nel venire nel bel paese non trovano lavoro e vanno incontro al mercato del sesso finendo sulla strada a prostituirsi.

Qualche momento rubato dell’incontro.

 

 

NELL’ULTIMO SHOOT FOTOGRAFICO SUOR RITA, SEDUTA IN FONDO, PRESENZA, ILLUSTRE E CARISAMTICA DONNA DI FEDE SEMPRE PRONTA AD AIUTARE IL PROSSIMO, LE DONNE STRANIERE ‘MADRE’ DI TANTE PERSONE COME LEI STESSA SI E’ DEFINITA, LA CUI SCELTA DI ABBANDONARE UNA VITA NORMALE (ERA INFERIMERA RINUNCIANDO AD AVERE UNA FAMIGLIA, COSA CHE LEI STESSA HA DICHIARATO DI AMARE, UNA SCELTA ‘FOLLE’ NON CONDIVISA DA TUTTI MA CHE POI SI E’ RIVELATA ESSERE LA SUA STRADA DI VITA).