Che ci azzecca la rana con Marcianise e perché’ si mangia

Breve lettura per capire L’ origine di una tradizione

Di Carmine Posillipo

Quando ancora esistevano le mezze stagioni, quando la primavera lasciava il passo all’estate, sovente torrida, i contadini di Marcianise, al levar della sera tornavano a casa con le gambe ciondolanti dalle carrette, iniziavano a riposare le stanche membraprovate, da una giornata di sole e di lavoro. In lontananza si sentiva il gracidare delle rane, mentre venivano scortati da sciamidi lucciole brillanti nel crepuscolo, che lasciava il passo alla notte incipiente.

Spesso le bisacce di questi contadini contenevano alcune rane che,sapientemente ripulite e cucinate dalle massaie, avrebbero fornitouna succulenta cena alla famiglia con un apporto proteico molto elevato. I contadini non erano di certo esperti di alimentazione e basavano la loro dieta non sulla scienza dell’alimentazione, bensì sui dettami della tradizione. Sapevano però che quelle poche rane avrebbero fornito al parentado l’apporto calorico, proteico e di elementi minerali sufficienti a compensare il limitato consumo di carne bovina. La zona pullulava di rane in quanto l’ecosistema marcianisano costituiva un habitat ideale per questi animaletti che vivono notoriamente negli stagni o in corsi d’acqua molto lenti. Marcianise era attraversata dal fiume Clanio che si insinuava tra le campagne con il suo decorso molto lento, formando acquitrini e pantani che producevano insetti e zanzare in quantità quindi le rane non facevano alcuna fatica a procurarsi da mangiare e a proliferare. La zona era soggetta ovviamente alla malaria e fu bonificata a partire dal 1592 per volere del viceré Don Pietro Toledo su progetto dell’ingegnere Domenico Fontana che lasciò al figlio Giulio Cesare Fontana il completamento dell’opera. La bonifica consistette in un complesso sistema di lagni, ovvero canali di scolo, lungo oltre 1100 km, che attraversava gran parte della Campania, raccogliendo e incanalando l’acqua piovana, bonificando così il territorio. La rana non scomparve, continuando a vivere a ridosso di questi canali a Marcianise chiamati “ripe”. La coltivazione della canapa diede un nuovo impulso di ripopolamento dei batraci perché la canapa veniva messa a macerare in grandi vasche la cui stagnazione costituiva una sortadi hotel a cinque stelle per gli animaletti verdi. Il consumo delsuolo a vantaggio delle attività industriali e dei loro scarti, nonché il facile sversamento dei rifiuti, spesso dati alle fiamme, in giro per le campagne, hanno reso il territorio ostile alla vita dei piccoli anfibi e, in verità, anche alla popolazione locale, ma di questo parleremo in separata sede.

L’associazione “il Sito di Marcianise nel lontano 2002 ebbe l’idea di rinverdire la tradizione culinaria della rana, allestendo la prima sagra della rana a Marcianise. Il successo fu subito evidente, non solo tra i marcianisani, ma negli anni successivi, l’evento costituì un attrattore incredibile per tutto l’hinterland napoletano che si riversava a frotte a Marcianise. Il commercio e la vendita delle rane era affidato alle “ranare, erano signore, chegiravano la provincia napoletana, e spesso anche la città di Napoli, con un sacco di iuta dove custodivano viva la loro mercanzia. Alla richiesta delle massaie, le ranare, provvedevano a “macellare” seduta stante i piccoli anfibi, destinati spesso, a finire nei piattisotto forma di minestre per bambini, anziani e ammalati, intuendone il grande apporto di elementi nutrienti, una sorta di ricostituente salino e vitaminico ante-litteram.

Il successo di questa manifestazione, che è andata via via ingrandendosi, fino a diventare un pilastro, tra le feste di Marcianise, ha costretto a spostare la festa dal parcheggio antistante il velodromo di Marcianise, dove si tennero le prime edizioni, all’area della fiera settimanale di via Fuccia, in quanto la folla dei visitatori era diventata straripante. La rana non soffrirà di solitudine nelle cucine della festa anche quest’anno, come ci spiega l’attuale presidente del Sito, Paolo Bellopede, perché si svolgerà la diciannovesima edizione che vedrà la preparazione dialtre pietanze della tradizione locale, quali pettole e fagioli, panini con salsiccia e friarielli, porchetta, tutto innaffiato da ottimi vini campani. Si sta anche studiando la possibilità di introdurre cibi ad hoc per chi soffre di intolleranze o celiachia, ma di questo, come ci dice il presidente, vi terremo informati strada facendo. Certo èche la festa si snoderà su tre giorni, da venerdì primo settembre a domenica tre settembre, e si terrà, come oramai solito, in via Luigi Fuccia a Marcianise in zona detta macello, per la ex presenza del mattatoio comunale. Un ampio parcheggio accoglierà i visitatori, tanti tavoli e sedie, spettacoli e buona musica conforteranno la permanenza degli avventori.

… Tutto d’intorno, un gran gracidare, continui i tonfi nell’acqua al levare dei passi…