“Canta Napoli…..”-diceva qualcuno
Da tempi remoti “…cantava Partenope, che provava un dolce dolore e la sua voce era una freccia che colpì il mio cuore” – poetava Johann Gottfried Herder nel 1796
Si, Napoli canta, canta ancora, canta con le voci antiche nelle melodie classiche e con i ritmi i serrati, dalle rime moderne, dei rapper.
Napoli canta e da sempre canta se stessa.
Ed è appunto la volta del giovane rapper Clementino di dar voce a Napoli, con una canzone dal testo singolare: “…come un piccolo Bignami di storia” – hanno scritto.
In effetti il testo è una veloce panoramica sulla storia, dagli albori del mito ad oggi, d’una “una città che ha visto tutte ‘e cose”.
Napoli, ancora una volta, vuole raccontarci chi è per davvero, partendo dal dato incontrovertibile della sua storia; non quindi quel luogo, pornografia del degrado, celebrato in film, fiction, canzoni al servizio di un business perverso che, se (e non sempre) lascia a Napoli un soldo di elemosina, ne sottrae la vera ricchezza di cultura, d’arte, civiltà, anima.
“Non ve lo fate fare”– direbbe Michele Placido (cit. Mery per sempre)
Dobbiamo riconoscere a questo artista, autore della canzone, nato ad Avellino e cresciuto nell’entroterra napoletano tra Cimitile e Nola, un vero impegno a difesa della cultura dei nostri territori, come ha dimostrato anche il suo ultimo spot sulla sicurezza nel lavoro, girato alla Reggia di Caserta.
Chiunque abbia sperato di cancellare la verità sull’identità della gente dei Meridione Italiano, raccontando una storia falsa, sarà smentito perché nelle nostre contrade ogni pietra racconta la sua verità storica e ogni nuova generazione l’ascolta e poi la canta, a modo suo!
La canzone fa pare della colonna sonora del film “Posso entrare? “An ode to Naples” di Trudie Styler ed è disponibile su tutte le piattaforme digitali.