Droni russi ai confini della NATO: un’escalation che preoccupa

Negli ultimi giorni, una serie di incursioni di droni russi nello spazio aereo di Paesi confinanti con l’Ucraina — Polonia in primis, ma anche Romania — ha sollevato perplessità e la richiesta di una reazione più netta da parte dell’Alleanza Atlantica.

  • Queste incursioni, pur non avendo causato (almeno finora) vittime o danni gravi nei Paesi della NATO, sono significativi perché violano la sovranità nazionale, infatti, qualsiasi entrata non autorizzata in uno spazio aereo di uno Stato membro della NATO è un’azione grave dal punto di vista legale e politico. Rappresentano inoltre una minaccia latente, anche se non sono state colpite zone abitate, il fatto che i droni penetrino decine di chilometri e rimangano in volo per decine di minuti suggerisce che possano essere usati per ricognizione, preparazione di attacchi o raccolta di intelligence.

La Russia sostiene che non vi fosse alcuna intenzione di violare lo spazio aereo della Polonia o della Romania.

Dopo le incursioni di droni russi nello spazio aereo polacco, la Polonia ha attivato l’Articolo 4 del Trattato NATO, che permette consultazioni tra gli alleati quando si ritiene che la sicurezza nazionale sia minacciata.

Per rafforzare la difesa dei confini orientali dell’Alleanza, la NATO ha lanciato l’operazione denominata Eastern Sentry ( Sentinella dell’Est). Lo scopo è aumentare la capacità di risposta collettiva, migliorare la sorveglianza aerea, la prontezza operativa e la deterrenza contro ulteriori azioni aggressive.