EX Jabil, calvario infinito, i lavoratori allo stremo.

Mancanza di lavoro, cassa integrazione senza rotazione e zero affidabilità della farsa spacciata come “soluzione” alla vertenza Jabil

​La gestione della cosiddetta nuova proprietà sta assumendo contorni intollerabili. Viene dichiarato che la cassa integrazione sia partita il 9 settembre, ma ad oggi non vi è alcuna certezza nemmeno sull’autorizzazione da parte dell’INPS. La realtà, però, è ben chiara: ci sono lavoratori che non entrano in azienda da luglio, esclusi senza alcuna rotazione, condannati a mesi di inattività forzata e senza prospettive.

​La rotazione, promessa e propagandata, è inesistente. Le esclusioni sono mirate e colpiscono in modo particolare le lavoratrici e i lavoratori iscritti alla USB, discriminati e lasciati fuori dai cancelli.

​Intanto, questa proprietà continua a ostentare in giro di essere “la soluzione” della vertenza, ma i fatti parlano chiaro: nessuna attività produttiva, fabbrica ferma, nessun piano credibile per il futuro e un peggioramento evidente delle condizioni dei lavoratori.

​A questo si aggiunge l’ennesima beffa: con le ultime buste paga, molti lavoratori hanno subito la decurtazione di ferie mai richieste, ritrovandosi addirittura con saldi ferie in negativo. Una pratica inaccettabile, che scarica sulle spalle dei dipendenti costi e responsabilità non loro.

​È bene ribadirlo: USB non riconosce questa nuova proprietà come interlocutore credibile. Non può esserlo chi, invece di creare lavoro, esclude i lavoratori, li discrimina e li mette nelle condizioni di perdere diritti e salario.

​Tutto ciò avviene con il silenzio complice delle istituzioni, che non intervengono di fronte a comportamenti che ledono i diritti fondamentali dei lavoratori.

​La USB lo aveva detto fin dall’inizio: questa operazione non era una vera soluzione, ma soltanto una copertura utile a spostare il problema altrove, garantendo a Jabil di restare impunita e libera di continuare con i propri interessi senza alcuna conseguenza.