Nella notte tra sabato 28 e domenica 29 ottobre lancette indietro di un ora fino al 31 marzo 2024.
Ritorna l’ora solare, cerchiamo di capirne il perché. Il passaggio dall’ora solare a quella legale e viceversa rappresenta un escamotage per rendere la giornata lavorativa più “luminosa”. Le lancette degli orologi, alle tre in punto di domenica notte, ritorneranno a segnare le due, ovviamente questo avverrà in automatico per tutti i dispositivi elettronici in rete, mentre per gli orologi tradizionali o digitali non in rete, ci si dovrà armare di pazienza e provvedere manualmente a riportare l’orario un ora indietro.
Facciamo un po’ di storia, perché esiste questo “arzigogolo temporale” e da dove è cominciato. Alcuni documenti storici attribuiscono a Benjamin Franklin (Boston1706 – Philadelphia 1790), uno dei “padri fondatori” americani, il big bang dell’ora, che svanisce in primavera e ricompare in autunno.
Franklin, pubblicò un progetto economico per diminuire il costo della luce e nel 1784 lo pubblicò sul Journal de Paris. Ovviamente la sua, anche se una proposta per apportare dei benefici nel mondo della rivoluzione industriale, che si faceva largo, fu uno studio spiazzante, per vari motivi non molto difficile da realizzare, tenendo conto che all’epoca, l’orario, al di fuori della giornata lavorativa non scandiva inequivocabilmente la vita sociale, delle persone, come accade oggi. All’epoca gli orologi in circolazione non erano diffusi come oggi e anche i trasporti, senza ferrovie, che sarebbero nate solo nel 1825, non godevano e non avevano l’esigenza dell’estrema puntualità.
Per favorire l’applicazione della nuova norma si obbligarono i cittadini ad alzarsi prima, e mandarli a letto presto, in alcuni casi, razionando le candele, imponendo tassazione sulle persiane chiuse durante il giorno, e talvolta proibendo la circolazione notturna. Alcune città prettamente industriali, utilizzavano i cannoni come fragorose sveglie.
Forse i cittadini campani come un orologio di Dalì, spesso sciolgono le ore, e nonostante duecento e più anni dal pensiero di franklin, sull’ora legale, e il soverchiante uso di diavolerie elettroniche, che inevitabilmente condizionano le nostre giornate, ancor oggi nella vita sociale si usa dire, ci vediamo verso mezzogiorno, dopo pranzo, a “vutata de’ nove” ad esempio, senza dare fortunatamente una scansione svizzera del tempo sociale.
In Italia, l’ora legale iniziò la sua vita, in epoca bellica, era il 1916 quando fu adottata per la prima volta, ma ebbe alterne fortune e addirittura sotto l’egida fascista e repubblichina oltre ad essere adottata e abrogata diverse volte, vide anche una divisione oraria oltre che politica tra nord e sud della penisola con adozioni di orari diversi. Dal 1966 iniziò l’utilizzo dell’ora legale in maniera stabile e dal 1996 si è redatto un calendario comune con l’Europa. Nonostante questa lunga vita, oggi il passaggio due volte l’anno da ora legale a solare è fortemente avversato, tanto che, la Sima, Società Italiana di Medicina Ambientale e l’associazione Consumerismo, hanno avviato una petizione, lanciata nell’autunno del 2022, con obiettivo di raggiungere cinquecentomila firme, per chiedere a governo italiano e parlamento europeo l’abolizione dell’ora legale, in questo modo si potrebbe contrastare anche parte dell’aumento del caro energia. Secondo lo studio effettuato, adottare l’ora legale tutto l’anno indurrebbe un minor consumo di energia risparmiando oltre duecento milioni di euro annuali. Cifra che potrebbe salire si dovesse verificare un ulteriore rincaro dell’energia a fronte del già in corso conflitto in Ucraina e dei nuovi scenari bellici, in via di sviluppo in medio oriente.
Le giornate anche se saranno più corte, continueranno ovviamente ad essere illuminate dalla luce artificiale, fin quanto avremo “olio per le lanterne”, ovvero fino a quando avremo a disposizione ad un costo accettabile l’energia e fin quando non verranno ripristinate le tasse sulle persiane, anche se come diceva in una nota canzone Bobby Solo: Quando è l’ora della siesta, è festa per me, invece di dormire io vado a passeggiare, da solo col mio amore….
Ma, questa è un’altra storia.