di SALVATORE MANNILLO
CASANOVA DI CARINOLA – Ancora una volta il Premio “San Giuseppe Moscati”, quest’anno giunto alla XXXI edizione, si è dimostrato il palcoscenico delle emozioni. La manifestazione, patrocinata dalle più alte istituzioni del nostro paese, si tiene ogni ottobre nella splendida cornice del Convento di S. Francesco in Casanova di Carinola, e vede ogni anno premiati personaggi pubblici impegnati nel campo della medicina e del sociale. Come sempre, la kermesse si è rivelata una vera e propria satura lanx di contenuti, che quest’anno hanno spaziato dall’impegno della sanità privata nella Regione, alla violenza sulle donne, fino all’azione dei Vigili del Fuoco nel corso dei terremoti di Amatrice di due anni fa. Le parole che più hanno toccato il cuore del pubblico del Moscati sono state sicuramente quelle della signora Katia Villirillo, donna crotonese impegnata nella lotta alla violenza di genere, alla quale è stato ucciso il figlio davanti ai suoi occhi, immolatosi per salvare i propri cari. Tanti i premi, tra i quali i più importanti all’ex Direttore Generale AIFA, il Prof. Mario Melazzini, e al Reparto di radioterapia dell’Ospedale San Giovanni Paolo II di Campobasso. Proprio le parole del Prof. Melazzini hanno ben riassunto il tema portante della serata e di tutta la successione dei premi dalla prima edizione fino ad oggi: “Non dobbiamo mai dimenticare chi è il destinatario di tutto quello che facciamo: la persona, il paziente con tutta la sua sofferenza, il suo dolore. A volte è proprio quello sguardo a ripagare il medico di tutto il suo sforzo.”
E’ questo un messaggio di cui si è fatta portavoce, sia nell’impegno sociale che professionale, la Dott.ssa Lia Ullucci, organizzatrice dell’evento. E’ stata lei, profondamente emozionata, a tenere la regia del Premio e a voler premiare i vincitori di questa edizione: i primari della “Clinica” di Borgomanero. La “clinica” in questione è un ospedale (se così lo si può definire) “sui generis”, poiché la forza lavoro è composta da 23 medici primari in pensione che visitano le persone in difficoltà economiche. E’ stata la loro testimonianza a suscitare un’emozione particolare nella platea: “Sentiamo il profondo dovere morale di guardare negli occhi l’altro, tralasciando la sua condizione di necessità economica. Quando ci si avvicina ai pazienti lo si fa con profondo rispetto, siamo solo uomini che curano altri uomini.” Ancora una volta il “Moscati” ha saputo vincere la scommessa di regalare speranza alle persone.