Marcianise – Nell’anno giubilare i riti pasquali della città di Marcianise si rinnovano e si perfezionano.
Una tradizione lunga 125 anni racconta, attraverso un pecorso di fede che accomuna tutto il mondo cattolico, la storia di una comunità operosa di Terra di Lavoro, legata a tradizioni che affondano radici nel secolo e nel millennio appena trascorso.
I bisnonni delle donne e degli uomini che oggi si riuniscono nella chiesa di san Simeone per organizzare la via Crucis, nell’ormai lontano 1900 davano vita a questa processione che racconta il dolore della mamma per eccellenza per la morte ingiusta del Figlio che è figlio di ogni mamma, accompagnandola nel suo tragitto che sarà morte e poi rinascita, vita, Pasqua, con un canto antico quanto la processione, un inno all’Addolorata scritto da Luigi Salzano, sempre di Marcianise.
Oggi la processione percorre oltre 5 km nel pomeriggio del venerdì, attraversando gran parte della città, e grazie adl regista Antonio Iuliano, assume una veste nuova, regalando un racconto teatralizzato degli antefatti che portano alla via Crucis, a cui concorrono famiglie di Marcianise residenti lungo il percorso, creando ognuno una stazione, contribuendo tutti per la propria parte a rinnovare e tramndare questa tradizione che, tipica delle città del sud Italia, da qualche anno è guidata spiritualmente da padre Ugo, che dalla Valtellina è approdato a Marcianise entrando subito nello spirito e nel profondo senso di questa ritualità.
La processione è organizzata dalla Confraternita “Agonia di Gesù Cristo”. I confratelli, guidati dal Priore Antonio Rossano e gi accollatori della portantina coordinati dalla “voce” Clemente Amodio, lavorano per mesi alla via Crucis che vede la partecipazione, oltre che dei testimoni , delle istituzioni civili e religiose, di migliaia di fedeli che partecipano, rivivendo e tramandano questo rito centenario.
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