Ostuni. Oronzo Epifani, 63 anni, ha perso la vita durante il violento nubifragio di Ostuni del 2 Ottobre.
Viaggiava insieme alla moglie, Marisa Menga, su due auto separate, lui su una Mercedes, lei su una Fiat Punto.
Lungo la strada che conduce al mare, tra Gorgognolo e Costa Merlatatrambe, le due auto sono state travolte dall’acqua a causa del maltempo e, lui, che viaggiava qualche decina di metri avanti alla moglie, mentre veniva trascinato dalla forza dell’acqua in un canale di deflusso, dove è stato ritrovato, privo di vita il giorno seguente, ha pensato di chiamare la moglie, piuttosto che mettersi in salvo:
“fermati, mettiti in salvo, l’acqua mi sta trascinando via” sono state le ultime parole, come d’amore, che il marito ha pronunciato alla moglie.
Oronzo Epifani, con quel gesto, ha salvato così la vita a sua moglie, soccorsa dai Vigili del Fuoco, trasformando una tragedia immensa in un gesto d’amore profondo, un qualcosa di eroico che non tutti avrebbero compiuto.
Parole incise per sempre nel cuore e nella mente di Marisa, che, quando ha ricevuto quella telefonata da Oronzo, ha sentito il terrore più profondo.
“Non supererò mai questo dolore” le sue parole ai funerali del marito, tenutisi nel giorno in cui si festeggia San Francesco d’Assisi, con la proclamazione di lutto cittadino, ad Ostuni.
Tra parenti ed amici, la commozione è stata forte “Oronzo era l’amico perfetto, leale, sincero e amante dello sport” e continuano a comparire numerosi messaggi di cordoglio e parole d’affetto nei confronti dell’eroe brindisino, sui social, tra cui spiccano le parole di un caro amico, che esplicano chiaramente l’ultimo messaggio lasciato da Oronzo:
“Trovo solo una spiegazione in questa inspiegabile tragedia (semmai una spiegazione possa esserci): Dio ha scelto il più umile dei suoi Figli per insegnare all’Umanità intera quale sia il significato più profondo del Vero Amore. E cioè volere il bene dell’altro, anche nelle condizioni più terribili, anche prima dell’ultimo sospiro.”
Questo sacrificio però non deve restare vano, la tragedia denuncia un problema reale della zona, soggetta a rischi, che non deve essere archiviato dietro frasi di circostanza.