In Italia esistono norme specifiche a tutela dei portatori di handicap, degli studenti con deficit d’attenzione, delle persone invalide…sulla carta.
Cosa succede, infatti, se una persona invalida deve rinunciare a un lavoro per barriere architettoniche? Chi la risarcisce? Nessuno.
Non finisce qui: dopo la vicenda drammatica del piccolo Giovanni Trame, giunge via WhatsApp una storia parimenti allarmante che solo per caso non ha riempito le pagine di cronaca nera.
Il fatto è successo in una scuola. Uno studente con handicap cognitivi, non adeguatamente assistito, ha aggredito un assistente specialistico esterno, mentre chi sarebbe deputato a fornire assistenza fumava allegramente e leggeva SMS. Il tutto è avvenuto con omessa assistenza medica, ovviamente.
Perché i soggetti più fragili sono talvolta abbandonati a sé stessi?
Nel caso sopra citato la colpa non è certo dell’aggressore, non adeguatamente seguito.
Il professionista vittima dell’episodio, però, ha riportato danni fisici e shock: chi lo risarcirà della terribile esperienza? Nessuno.
Perché in Italia poveri cristi lavorano come schiavi per quattro soldi e altri mangiano pane a tradimento? È questo il motivo per cui poi avvengono casi di cronaca come il piccolo Giovanni. Ignorato, non creduto, abbandonato.
In Italia esiste, mediamente, anche la legge del più forte: ti metti contro un superiore? Non lavori più. In piena crisi economica, questo si traduce con un’espressione in dialetto napoletano che rende bene l’idea: “cornuti e mazziati“.
Quanti altri Giovanni dovranno esserci? È normale che un professionista sia aggredito da un allievo abbandonato a sé stesso? No.
Se chi dovrebbe assistere uno studente problematico fuma e legge SMS anziché lavorare, siamo alla frutta. Senza speranza.
Si spera in un maggiore senso di responsabilità e dovere da parte di chi lavora con soggetti fragili.