Interessante è stato l’evento del 10 settembre “ Tre domenicani a confronto” presso il Chiostro di San Domenico Maggiore a Napoli, città dalle mille domande, del dubbio, dei contrasti, filosofica da sempre, sede prestigiosa dello studium domenicano, eletta a luogo d’eccellenza da tre grandi protagonisti della storia della filosofia: Tommaso d’Aquino, Tommaso Campanella e Giordano Bruno.
Giuseppina Russo, Annalisa di Nuzzo e Salvatore Ferrara hanno introdotto i tre personaggi, Il prof. Salvatore Ferrara ha informato subito il folto pubblico del fatto che i tre pensatori si erano rifugiati a Napoli, perché la sua “aria” rendeva liberi ed era possibile intraprendere professioni nuove e coltivare idee nuove. In città, ma in generale nelle città, si erano alimentate le eresie ed è proprio in questo contesto che francescani e domenicani, provarono, anche se attraverso modalità differenti, a preservare la traditio senza rinnegare la novitas.
Tommaso, era fuggito dalla famiglia, ultimo dei fratelli, destinato a ricevere una cospicua eredità, si era rifugiato a Napoli ,presso lo studium dei domenicani e si era fatto interprete di un concordismo tra filosofia e teologia per cui, pur non rinnegando il valore della prima nel dimostrare i preamboli della fede,(come la dimostrazione di Dio attraverso le famose cinque vie) aveva ammesso la superiorità della seconda per quanto riguarda gli articoli di fede. Terminata la presentazione, uno degli attori,Riccardo Marotta, ha vestito i panni di unTommaso d’ Aquino non certo ostile alla ragione quindi alla novitas ,al punto che ha ricordato alla platea “che mentre gli animali hanno il volto rivolto verso il basso, l’uomo può guardare verso l’alto e astrarre dalle immagini delle cose la loro verità ” ed è per questo che il suo essere si identifica con il suo agire. Un agire ordinato verso un’armonia sociale, che sarà tanto più perfetta quanto più l’uomo saprà provvedere al benessere di tutti.
Al termine della bella esibizione, sono tornati sulla scena il prof. Ferrara e la professoressa Nuzzo ,che hanno presentato un altro domenicano,Tommaso Campanella, insofferente all’atmosfera angusta della sua Stilo. Figlio di un ciabattino, era giunto a Napoli ,dove aveva subito un processo per eresia. Tornato nella sua città natale aveva organizzato, da ribelle e visionario, una rivoluzione contro gli spagnoli, ma catturato e portato a Castel Nuovo era stato condannato a 27 anni di reclusione.Durante gli anni di prigionia aveva scritto La città del sole, testo in cui immaginava un mondo diverso e in cui aveva dichiarato di essere nato “per debellare la tirannide, i sofismi e l’ipocrisia che c’è nel mondo” .La narrazione di Ferrara a un certo punto si è interrotta e Danilo Piscopo ha interpretato alcuni passi dell’utopia campanelliana ,abitata da uomini che nutrono amore per la pratria, che si riconoscono nell’avversità, che hanno tutto ciò di cui hanno bisogno.
È stato presentato, infine, Bruno, perennemente in fuga da se stesso, accusato di eresia a Napoli , di assassinio a Roma ,denunciato e poi processato, ammette di aver parlato sempre e solo da filosofo. Arduo , ma ben riuscito,è stato il compito di Noemi Perfetto cui è toccato di incarnare la passionalità attraverso la quale il filosofo nolano comunica che la filosofia non è mai comoda e mai solo erudizione ,perché rappresenta un messaggio di liberazione da ogni costrizione.
Tre uomini in fuga, dunque, tre animi inquieti, il cui cammino si è incrociato idealmente a Napoli, in cui ciascuno aveva coltivato il suo sogno rivoluzionario. Tommaso aveva avvertito la necessità di conservare il tradizionalismo cattolico senza rinunciare alle spinte razionalistiche che gli provenivano da Averroè ( il grande commentatore di Aristotele).Campanella sognava un mondo più giusto e ne indicava le caratteristiche attraverso un’utopia che più di indicare un’ impossibilità, traccia un percorso.Bruno, il primo vero martello della filosofia, desiderava essere sciolto da ogni tradizione non vagliata dalla ragione, unica speranza per un mondo che aveva rinunciato e forse rinuncia ancora a farsi guidare dalla luce dell’argomentazione e dalla lucidità della cognizione . Complimenti a tutti i protagonisti citati, al Festival della filosofia in Magna Grecia e alla sua Presidente, Giuseppina Russo, che ,instancabile, non smette mai di credere nel potere trasformatore della filosofia.