Maddaloni. Nei giorni scorsi abbiamo già trattato del problema della penuria dei medici di base a seguito di pensionamenti. Siamo andati un pò più a fondo della questione, esaminando un caso esemplificativo, Maddaloni, per far conoscere ai lettori quale sistema assurdo e contorto ci sia dietro le nuove nomine. Come al solito l’Italia è prima della classe in burocrazia a danno dell’operatività e dei servizi al cittadino.
Cosa è accaduto a Maddaloni? Nel 2020, due medici di base hanno sopperito ai pensionamenti assistendo circa 2000 mutuati. Il loro incarico, di durata annuale, terminerà tra febbraio e marzo per entrambi. Ciò significa che i circa 2000 mutuati, tra cui molti anziani, dovranno trovarsi un nuovo medico. Intanto i due medici che finora li avevano assistiti dovranno attendere un mese per avere un nuovo incarico, sempre per un anno, e chiaramente saranno assegnati loro altri mutuati diversi dai precedenti. Per questo sistema di graduatorie e di mancata stabilizzazione del precariato, i cittadini vengono sballottati di medico in medico, in un momento sanitario particolarmente critico. Senza nulla togliere alle professionalità di ciascuno, va sottolineato quanto conti la conoscenza dei pazienti e il rapporto di fiducia che la medicina del territorio crea con la propria utenza. E che a nessuno giova mantenere in piedi questo meccanismo farraginoso e instabile.
L’appello alle istituzioni, in particolare al direttore dell’ASL affinchè intervenga per snellire queste procedure e dare sia un minimo di tranquillità ai pazienti quanto un pò di stabilità ai medici di base che rischiano più di tutti semplicemente per lavorare.