Aversa-Salutiamo anche oggi i lettori di Belvederenews e della rubrica “ Per ogni donna e …..non solo”, curata dalla dottoressa Speranza Anzia Cardillo e dall’avvocato Giulio Amandola e diretta dal professor Pasquale Vitale. Oggi abbiamo deciso di parlare del DDL Zan.
Sull’argomento interverranno il dottor Gianluca Serlenga, biologo e criminologo; l’avvocato Valeria Criscuolo, esperta anche in mediazione familiare; l’avvocato Giulio Amandola e Presidente dell’Osservatorio Giuridico Italiano; la dottoressa in giurisprudenza e criminologa Speranza Anzia Cardillo.
Intervento dell’avvocato Valeria Criscuolo–Discriminazioni di genere. D.D.L. ZAN–
Nel corso della storia ci sono state tante battaglie sociali contro le tutti i tipi di discriminazione. Al rigauado è doveroso ricordare eroi come Mahatma Gandhi (1869-1948), Nelson Mandela (1918-2013), Martin Luter King (1929-1968) che hanno combattuto per i diritti umani. Per debellare le disuguaglianze ,che si traducono in atteggiamenti violenti (fisiche o verbali) nei confronti del proprio simile, basterebbe abbattere le sovrastrutture mentali che fanno parte di ognuno partendo da un principio fondamentale della costituzione italiana, che all’art.3 sancisce: “TUTTI I CITTADINI HANNO PARI DIGNITA’ E SONO EGUALI DAVANTI ALLA LEGGE, SENZA DISTINZIONE DI SESSO RAZZA, LINGUA, RELIGIONE, OPINIONI POLITICHE, CONDIZIONI PERSONALI E SOCIALI.” È assurdo che nella società odierna caratterizzata dal progresso, che a questo punto definirei regresso soprattutto relativamente ai comportamenti umani, vi siano ancora atti discriminatori e violenze per motivi di orientamento sessuale e identità di genere. Un passo in avanti contro l’omofobia si era avuto un anno fa col ddl Zan, proposto da Alessandro Zan deputato del PD, affossato il 27 0ttobre dal Senato. Il provvedimento aveva lo scopo di prevenire e contrastare ogni discriminazione e violenza per motivi fondati sul sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità. Pertanto per contrastare il fenomeno dell’omobitransfobia il ddl prevedeva l’intensificazione delle pene contro crimini e le discriminazioni avverso omosessuali-transessuali, donne e disabili, apportando modifiche all’art. 604 bis e 604 ter del c.p., nonché prevedeva una estensione della legge Mancino del 1993, aggiungendo alle discriminazioni per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, gli atti discriminatori fondati <<sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità>>. In conclusione in base al ddl ZAN i reati legati all’omofobia verrebbero equiparati a quelli sanciti dall’art. 604 bis c.p. che contrasta il razzismo e l’odio su base religiosa, prevedendo una pena da 6 mesi a 4 anni di reclusione per le <<discriminazioni basate sul sesso , genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità>>. Il disegno di legge dava anche una definizione di <<sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere>>, quest’ultima definita come <<l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso o meno un percorso di transizione>>. Altro punto della legge Zan era l’introduzione dalla giornata internazionale contro l’omofobia, lesbofobia, bifobia e transfobia da celebrare il 17 maggio al fine di promuovere <<la cultura del rispetto e dell’inclusione, nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, in attuazione dei principi di eguaglianza e di pari dignità sociale sanciti dalla Costituzione>>. La scelta del 17 maggio quale giornata nazionale contro l’omofobia, lesbofobia, bifobia e transfobia proveniva dal fatto che la prima giornata Internazionale contro l’omofobia (diretta a promuovere eventi per la sensibilizzazione e prevenzione per contrastare l’omobitransfobia), ideata da Louis-Georges Tin curatore del dizionario sull’omofobia, aveva luogo appunto il 17 maggio 2004 a 14 anni dalla decisione di rimuovere l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali (dal Diagnostic and statistical Manual of Mental). Gli obiettivi di tale encomiabile provvedimento sono purtroppo venuti meno il 27 ottobre 2021 con l’affossamento del DDL Zan, poichè ritenuta legge liberticida e ideologicamente orientata ad imporre un punto di vista della realtà, cancellando posizioni differenti. Il regolamento del Senato prevede che dopo il respingimento di un disegno di legge devono decorrere 6 mesi prima di proporre un nuovo testo di legge. Pertanto un nuovo disegno di legge sull’omotransfobia potrebbe aversi nel 2022. A questo punto mi viene da concludere in questo modo:
“Chiudi gli occhi e guarderai. Spezza i tuoi Muri e costruirai” (Lothar Kempter).
Intervento della dottoressa Cardillo.
Le osservazioni fatte oggi sull’argomento partono dalla vicenda che ha avuto la sua conclusione il 27 ottobre, giorno in cui il senato, a proposito disegno di legge Zan, ha votato ha favore della cosiddetta tagliola. A tal proposito, si deve ricordare che, nella scorsa primavera, già ci furono settimane di discussioni e di accuse di ostruzionismo proprio quando era stato avviato l’iter, affinché fosse discusso e messo ai voti anche al Senato, e quando era già stato approvato alla Camera, dopo il passaggio in commissione. La commissione Giustizia votò una serie di provvedimenti da programmare nei successivi incontri e il ddl Zan ottenne 13 voti favorevoli e 11 contrari, quelli del centrodestra. Già la legge Mancino, all’articolo 1, prevede il carcere per «chi, in qualsiasi modo, incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi». Il disegno di legge Zan aveva come obiettivo di estendere la norma anche ai reati di violenza fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sull’abilismo. Includendo anche il genere, il ddl Zan voleva estendere la legge Mancino anche alla violenza esercitata sulle donne in quanto donne, prevista già da alcune leggi come quella sul femminicidio. Al termine di tutta la vicenda e la bocciatura del decreto diversi e contrastanti sono stati i pareri espressi. C’è chi ritiene che sia stato fatto in tal modo un passo indietro e chi invece ha sottolineato l’ambiguitá del Ddl Zan. Rispetto al contenuto, secondo alcuni membri di Forza Italia, molto si sarebbe potuto fare per migliorare la proposta di legge e liberarla da alcune ambiguità. Tuttavia, l’unica alternativa che si prospettava era quella di non avere nessuna legge che tuteli la comunità LGBT, che da 25 anni aspetta il riconoscimento del suo diritto di esistere e di non aver paura. Questo avrebbe indotto a votare contro le mozione presentata da Lega e FDI.
Intervento del dottor Gianluca Serlenga
Il DDL Zan, è stato il primo approccio all’apertura mentale del nostro paese .
il disegno di legge permetteva a tutti coloro che avevano un determinato orientamento sessuale una sicurezza e una forma di difesa dalle tante discriminazioni subite.
Il DDL tanto acclamato e richiesto dal popolo italiano si è trasformato in uno strumento su cui la politica ha messo le mani per mero scopo di accaparrarsi voti e audience.
Scritto e rivisitato, il disegno di legge presentava alcune lacune ed incomprensioni ,che hanno suscitato polemiche e rabbia lasciando molte domande non risposte e incompiute.Il senato ha,infatti, bocciato la proposta di legge del Deputato Alessandro Zan con uno scrosciante applauso con annesso coro da stadio, frutto di una mentalità retrograda e piena di paura per un cambiamento.
VIDEO DOTT. AMENDOLA