Rubrica “Per ogni donna”/ Il bullismo: la testimonianza di V. Restivo, gli interventi di G. Serlenga e di L. Cacciaputi

Aversa-Salutiamo anche oggi tutti i lettori di Belvederenews e della rubrica ” Per ogni donna”, nata da un’idea della nostra collaboratrice Speranza Anzia Cardillo, dottoressa in giurisprudenza e criminologa e diretta dal professor Pasquale Vitale.

L’argomento di oggi richiama il tema trattato la scorsa settimana. Nel numero precedente, infatti, abbiamo parlato di cyberbullismo e oggi trattiamo invece il bullismo Abbiamo ritenuto opportuno approfondire l’argomento, perché costituisce davvero una piaga per la società e spesso è causa di dolore e disagio vissuto dalla vittima stessa .

Intervento di Speranza Anzia Cardillo. Il bullismo comprende una serie di comportamenti posti in essere da un soggetto al fine di usare prepotenza, deridere o talvolta discriminare un altro soggetto. Come spesso accade gli atti possono essere compiuti, anziché sporadicamente, con una certa frequenza e creare seri danni a chi li subisce. Le persone colpite da bullismo, infatti, vivono un disagio grave che condiziona la loro esistenza. Le vittime tendono spesso ad isolarsi a perdere la propria autostima e con il tempo soffrono di veri e propri disturbi quali ansia o talvolta depressione. A praticare il bullismo sono spessissimo anche gli adolescenti che, il più delle volte, tendono a prendere di mira coetanei, talvolta per dominarli oppure perché percepiscono in loro delle “diversità” che considerano motivo di discriminazione o addirittura di persecuzione. Per il semplice fatto che il fenomeno è molto diffuso anche a scuola,  andrebbe contrastato in ogni modo non solo perché impedisce un clima di convivenza pacifica tra studenti ,ma anche perché in tal modo i ragazzi vengono educati al rispetto delle norme giuridiche. Tuttavia dovrebbe essere anche la famiglia e ad indirizzare i propri figli verso comportamenti sani e rispettosi delle regole, ma soprattutto della dignità altrui. Per questo motivo, oltre all’intervento del Sociologo Luca Cacciapuoti che evidenzia le differenze tra bullismo e cyberbullismo, del dottor Gianluca Serlenga, biologo e criminologo abbiamo ritenuto opportuno pubblicare anche l’intervento di Vincenzo Restivo, mediatore linguistico e culturale, scrittore e traduttore. Tra i testi scritti da lui c’è anche la Santa Piccola che è stato scelto come trama di un lavoro cinematografico presentato anche alla biennale di Venezia.

Intervento di Vincenzo Restivo. Siamo come tarassachi nell’aria. Quelli che nonno chiamava “occhi di Santa Lucia”, perché sembrano proprio occhi, onniscienti come le divinità.
Io ci penso sempre a questa analogia , che è anche come una semiotica dell’anima.

“Ho un ricordo,  è vivido come le ferite che bruciano tanto e continuano a fare male, i giorni in cui fa umido.
Ho questo ricordo di me a quindici anni più o meno, sullo scooter di un amico di mia cugina, in quel tempo in cui mi dicevano che avrei fatto meglio a socializzare, che c’era qualcosa che non andava in me, che i maschi della mia età già qualche bacio a una ragazzina l’avevano dato.
“Ci vediamo dietro le vinelle, dov’è il cinema e lì ci “ammocchiamo” mi spiegavano. Gli amici di mia cugina enfatizzavano certi termini con una spavalderia che mi convinsi di voler invidiare.
“Ammoccare” a Marcianise vuol dire “baciarsi con la lingua” ed io, a quindici anni, non avevo ancora baciato nessuno.

Allora ho questo ricordo, che brucia ancora,ogni tanto, in quei giorni che fa umido come oggi. Io, su uno scooter con questo amico di mia cugina, diretti a una festa. Era un tipo alto e magro, col naso aquilino e le labbra sottili, quasi invisibili. Mi chiese con austerità e una fermezza quasi severa di reggermi al sellino e non avvinghiarmi a lui per non sgualcirgli la maglia. “Ti porto a casa” mi disse a un tratto ” magari alla festa ti fai accompagnare da tuo padre, se ti va”.
Io non capii molto, oppure sì, capii il suo disagio, glielo lessi negli occhi piccoli e tondi come quelli degli uccelli.
Abbassò la testa prima di rimettere in moto lo scooter e lasciarmi sulla soglia di casa, senza darmi il tempo di obiettare.

“Non ti ha portato perché dice che sei ricchione e lui ha vergogna, capisci?” mi confidò qualcuno, qualche giorno dopo.

Fa ancora male, quando fa umido come oggi.”

#stopomofobia”

VIDEO INTERVISTE 

Video del dott. G. Serlenga

Video del dott. Cacciapuoti