Scuole Salesiane in piena crisi economica Covid19. Don Angelo Santorsola chiede intervento di De Luca

I fondi gia' previsti nel decreto rilancio non bastano per le scuole paritarie cattoliche

Caserta. Nei giorni 18 e 19 maggio 2020le scuole paritarie cattoliche hanno protestato contro il Governo mettendo in atto, per l’appunto, uno sciopero della didattica a distanza.

Due giorni senza lezioni per dire che “per questo governo siamo invisibili“, “che senza aiuti si chiude” e che i fondi già previsti nel decreto Rilancio non bastano.

A scendere in campo anche l‘Ispettoria Salesiana  Meridionale ” Beato Michele Rua” con sede a Napoli- via Don Bosco 8- che, attraverso l’Ispettore Don Angelo Santorsola, ha inoltrato al Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, una richiesta formale di interventi a sostegno  delle famiglie con figli frequentanti la scuola pubblica paritaria e a favore della scuola pubblica paritaria medesima.

L’Ispettoria Salesiana Meridionale “Beato Michele Rua” comprende le Scuole Salesiane di Caserta- 616 allievi- Napoli Vomero – 449 allievi-  e Soverato – 195 allievi.  In esse prestano servizio 110 docenti, 31 unita’ di personale non docente, 16 Salesiani consacrati.

Il Decreto Cura Italiaspiega Don Angelo Santorsola- ha previsto 85milioni di euro per estendere l’accessibilita’ e migliorare l’uso della didattica a distanza ma questi sono stati riservati alle scuole pubbliche statali-11,18 euro per ciascun allievo. Solo in sede di conversione in legge,il Parlamento ha previsto 2milioni di euro per le scuole pubbliche paritarie -2,30 euro per allievo. La disparita’ di trattamento e’ evidente”.

Sta di fatto che le scuole pubbliche paritarie hanno reagito con prontezza alla crisi provocata dal Covid19  attuando, senza interruzioni, percorsi di didattica a distanza, anticipando le disposizioni delle ordinanze ministeriali. Per attuare tale orientamento, gli istituti hanno di fatto rinunciato all’accesso degli ammortizzatori sociali previsti.

Tuttavia- continua Don Angelo la crisi economica ha messo in ginocchio anche le scuole pubbliche paritarie.Pertanto, continuando l’attuale assenza di qualsiasi intervento da parte del Governo, lo stato di dissesto economico,gia’ oggi manifesto, fa prevedere la loro chiusura”.

Unica eccezione del Decreto Rilancio e’ la modesta somma – circa 125 euro per bambino– destinata alle scuole dell’infanzia paritaria a compenso del mancato versamento delle quote annuali.

E’ opinione diffusa quanto errata spiega Don Angelo Santorsola- che le rette pagate dalle famiglie siano sufficienti non solo a coprire i costi gestionali della scuola, ma addirittura a generare un profitto per la Casa Salesiana.Non e’ cosi’. Piuttosto e’ vero il contrario. La sostenibilita’ delle nostre scuole si basa su un equilibrio molto delicato fra attivita’ scolastiche ed altre ” non didattiche” , quali la locazione degli spazi delle case salesiane- teatro, palestra– nonche’ sul servizio offerto in piena gratuita’ dai Salesiani consacrati. Pertanto e’ chiaro che le sole rette scolastiche, che abbiamo sempre cercato di contenere nel tempo,non sono sufficienti a coprire i costi di gestione della scuola”.

In data 17 maggio 2020, prima dell’intervento di Don Angelo Santorsola, la Federazione Italiana ex Allievi/e di Don Bosco si e’ rivolta direttamente ai Parlamentari della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica per evidenziare come l’emergenza epidemiologica da Covid19 avesse bruscamente interrotto le attivita’ didattiche agevolando ricorso alla didattica a distanza , che , parzialmente e frammentariamente attuata, ha reso evidenti carenze e impreparazione, amplificando le disuguaglianze sociali e penalizzando le classi più deboli.

Questi i Parlamentari destinatari del documento prodotto dalla Federazione Italiana ex Allievi/e di Don Bosco: Presidente del Senato della Repubblica sen. Maria Elisabetta Alberti Casellati-  Presidente della Camera dei Deputati  on. Roberto Fico- Presidenti di Gruppo presso il Senato della Repubblica sen. Anna Maria Bernini (FIBP-UDC)  sen. Luca Ciriani (FdI)  sen. Loredana De Petris (Misto) sen. Davide Faraone (IV-PSI) sen. Andrea Marcucci (PD)  sen. Gianluca Perilli (M5S)
sen. Massimiliano Romeo (Lega-SP-PSd’Az) sen. Julia Unterberger (Aut)- Presidenti di Gruppo presso la Camera dei Deputati on. Mari Elena Boschi (IV)  on. Davide Crippa (M5S)   on. Graziano Del Rio (PD)  on. Federico Fornaro (LeU)  on. Mariastella Gelmini (FIBP)   on. Francesco Lollobrigida (FdI) on. Riccardo Molinari (Lega-SP) on. Manfred Schullian (Misto).

Nel documento  si invitano i PARLAMENTARI ad approvare, in sede di conversione in legge dei decreti legge emanati dal governo causa emergenza epidemiologica da covid-19, quegli emendamenti che prevedono provvedimenti a favore degli allievi
della scuola pubblica paritaria e delle loro famiglie, primo fra tutti quello che prevede la detraibilità delle spese sostenute.

Qui di seguito uno stralcio dell’istanza.

Non sembri superfluo il riferimento all’art. 3 della nostra Costituzione. Come le famiglie che scelgono la scuola pubblica statale anche quelle che scelgono la scuola pubblica paritaria dovrebbero poter detrarre dalle imposte le spese sostenute. In caso contrario, come in effetti accade oggi, la scelta non è libera, ma ostacolata da aspetti economici che lo Stato non si occupa di rimuovere.

Dal punto di vista meramente tecnico, poi, la detrazione dalle imposte potrebbe avere un limite
massimo per ciascun ordine di scuola, per esempio ricorrendo al costo standard di sostenibilità
(elaborato attraverso approfonditi studi e risultato inferiore al costo medio unitario sostenuto dallo Stato per ciascun allievo delle scuole pubbliche statali).

L’importo da destinare, in caso di detrazione delle spese con un limite del 70% del costo standard
sostenibile, sarebbe di circa 2,5 miliardi di euro. Tale somma, inoltre consentirebbe il mantenimento del posto di lavoro dei circa 180.000 lavoratori delle scuole pubbliche paritarie

Invitiamo i parlamentari a tutelare il diritto di libera scelta dell’educazione e a rimuovere gli
ostacoli che vietano l’esercizio di questo diritto alle famiglie italiane che scelgono le scuole pubbliche
paritarie, scongiurando il pericolo della creazione di un monopolio educativo.

Ma esiste anche un aspetto di risparmio in termini economici per lo Stato. Il costo standard di
stabilità (variabile da 4.573,91 € per l’infanzia a 6.143,58 € per la secondaria superiore) è inferiore allaspesa media unitaria effettivamente oggi sostenuta dallo Stato (7.763,91 € – fonte MIUR). Ne deriva che un allievo che migrasse dalla scuola pubblica paritaria a quella statale costituirebbe per lo Stato un costo maggiore rispetto al caso in cui vi permanesse, anche grazie alla detraibilità delle spese sostenute.

Si pensi che, nell’ipotesi della prevedibile chiusura di circa 1/3 delle scuole pubbliche paritarie, circa300.000 allievi a settembre sarebbero costretti a trasferirsi presso scuole pubbliche statali. Ciò comporterebbe un aumento di spesa di circa 2,8 miliardi di euro, a parte l’evidente difficoltà di reperire in via breve docenti e locali.

Inoltre la chiusura di alcune scuole pubbliche paritarie e la sofferenza economica di altre
comporterebbe il licenziamento di almeno 60.000 lavoratori che andrebbero a infoltire la schiera dei disoccupati di cui dovrebbe farsi in qualche modo carico lo Stato, con ulteriore aggravio di spesa.

Per finire esiste anche un aspetto di natura logistica. L’inizio del nuovo anno scolastico a settembre
prossimo sarà difficoltoso per l’impossibilità delle strutture scolastiche, specie quelle statali, di
ospitare gli allievi rispettando il distanziamento sociale introdotto con le misure di contrasto
all’epidemia. Figuriamoci quale potrebbe essere il quadro della situazione con 300.000 allievi in più.

Potrebbe essere proficua una collaborazione, in vista della quale già da ora le conferenze dei superiori edelle superiori delle congregazioni religiose (CISM e USMI) hanno offerto allo Stato la disponibilità per fini didattici di parti degli edifici in cui sono ubicati gli istituti delle scuole pubbliche paritarie”.

La chiusura delle nostre scuole paritarie–  conclude  Don Angelo Santorsola– comporterebbe il licenziamento di oltre 100 lavoratori che andrebbero ad infoltire la schiera dei disoccupati di cui dovrebbero  farsi carico lo Stato e la Regione. Pertanto chiediamo che , oltre ai numerosi interventi messi in atto a sostegno delle famiglie e delle imprese in questo periodo di crisi, si possa configurare, come peraltro gia’ avviene da tempo in Lombardia, anche un aiuto alle scuole paritarie, attraverso degli interventi strutturati o una tantum che divengano condizione fondamentale per le famiglie al fine di esercitare il proprio diritto di scelta costituzionalmente garantito”.