Per il consueto numero domenicale della rubrica “Spiccioli di spiritualità”, diretta dal prof. P. Vitale, il prof. Michele Pugliese ci parla delle feste delle dedicazioni delle chiese.
Oggi la Chiesa celebra la dedicazione della Basilica Lateranense a Roma, che è considerata la madre di tutte le chiese del mondo, per la precisione “Madre e Capo di tutte le Chiese dell’Urbe e dell’Orbe” (l’scrizione sulla facciata recita: “Sacrosancta Lateranensis ecclesia omnium urbis et orbis ecclesiarum mater et caput”). Questo titolo ufficiale ne sottolinea la supremazia e il ruolo di riferimento per tutta la cristianità, in quanto è stata la chiesa più antica e la prima ad essere stata consacrata pubblicamente in Occidente. Fu fondata dall’imperatore Costantino dopo l’Editto di Milano (313 d.C.) che concedeva la libertà di culto ai cristiani, e la sua dedicazione segnò quindi un momento storico cruciale per la fine delle persecuzioni e l’inizio della libertà della Chiesa.
Le origini delle feste di dedicazione delle chiese però non sono a Roma, anzi si rifanno a una città molto lontana, precisamente a Beirut, nel Libano, dove vi fu la commemorazione dell’immagine del Salvatore crocifisso, anche detta ‘Passio Imaginis’, ovvero la ‘Passione dell’immagine’.
Secondo la leggenda, un cristiano che viveva nei pressi di una sinagoga di Beirut traslocò dalla sua abitazione dimenticando nell’edificio un’immagine sacra che rappresentava Gesù Cristo. Questo edificio fu acquistato da un ebreo che per molto tempo non fece caso all’immagine, ma un giorno un suo ospite notò l’icona e denunciò il padrone di casa come sospetto di apostasia, ovvero di rinnegamento della sua fede ebraica, davanti agli anziani del sinedrio. Questi allora fecero irruzione nella sua casa, si impadronirono dell’immagine e ripeterono su di essa tutti i tormenti che erano stati inflitti a Gesù. Quando gli trafissero il costato, dal legno della tavola fuoriuscirono sangue e acqua in abbondanza. Questo liquido fu raccolto e diede prova di virtù miracolose ridando la salute a un paralitico e la vista a numerosi ciechi. A seguito di questi prodigi, l’intera comunità ebraica di Beirut si rivolse al vescovo per ottenere il battesimo e diventare cristiani. Così trasformarono la loro sinagoga in una chiesa intitolata (cosa mai accaduta prima) al Salvatore.
Tra il X e il XIII secolo il testo della leggenda conobbe una ricca circolazione in Europa occidentale subendo numerose alterazioni e aggiunte: fu in quel periodo che fu indicato come giorno della consacrazione a Cristo Salvatore dell’ex sinagoga di Beirut il 9 novembre, da cui la festa di oggi.
Ritornando a Costantino, che concesse libertà di culto a tutte le religioni presenti nell’impero, ma di fatto privilegiando quella cristiana, che passò dunque dalla fase di persecuzioni a quella di religione privilegiata, l’imperatore cedette l’area su cui sorge la Basilica Lateranense e il palazzo adiacente alla Chiesa.
Non era il suo principale palazzo imperiale, in quanto la residenza principale degli imperatori romani a Roma era il Palatino e il complesso lateranense era in origine una proprietà privata della famiglia dei Laterani (da cui il nome) che era stata confiscata dall’imperatore Nerone e in seguito divenne una residenza secondaria o di rappresentanza imperiale.
Dopo la vittoria su Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio (312 d.C.) e l’Editto di Milano (313 d.C.), Costantino, che pare ritenesse che la sua vittoria si fosse realizzata sotto gli auspici della nuova fede cristiana, donò il palazzo e i terreni circostanti a Papa Milziade (o Silvestro I, a seconda delle fonti), permettendo la costruzione della prima cattedrale cristiana e stabilendo la sede del Vescovo di Roma in quel luogo. È per questo motivo che la chiesa lateranense è la Cattedrale di Roma e la sede episcopale del Papa, anche se di fatto risiede in Vaticano. La festa celebra quindi anche il legame di ogni fedele con il Vescovo di Roma, il Papa, e con l’unità della Chiesa universale.
L’edificio in sé ha importanza perché si tratta della prima chiesa in assoluto ad essere stata pubblicamente consacrata. Nel corso del XII secolo, per via del suo battistero, che è il più antico di Roma, fu dedicata a san Giovanni. In dieci secoli, i papi ebbero la loro residenza nelle sue vicinanze e fra le sue mura si tennero duecentocinquanta concili, di cui cinque ecumenici. Semidistrutta dagli incendi, dalle guerre e dall’abbandono, venne ricostruita sotto il pontificato di Benedetto XIII e venne di nuovo consacrata nel 1726.
La celebrazione di oggi non è per le pietre dell’edificio (sarebbe una cosa abbastanza blasfema) ma per Cristo, capo del corpo che è la Chiesa, e che prende il posto di qualsiasi edificio templare, per porsi come luogo privilegiato per incontrare il Dio del cielo e della terra.
Un antico inno orientale per la dedicazione della Chiesa canta: «Questo luogo non è una semplice casa, è il cielo sulla terra, perché contiene il Signore. Se tu vuoi esaminare Dio freddamente, egli è infinitamente lontano; ma se tu lo vuoi cercare con il cuore, egli è interamente presente sulla terra. Se tu lo vuoi possedere, ti sfugge; ma se tu l’ami, è accanto a te. Se tu lo studi, egli sta nel cielo; ma se tu credi in lui, egli è in questo luogo. E perché egli resti con noi, uomini della terra, gli abbiamo costruito una casa, gli abbiamo preparato l’altare, la mensa ove la Chiesa si nutre con il pane della vita».