Nel carcere di Rebibbia si è registrato un nuovo momento di forte tensione. Francis Kaufmann, cittadino statunitense imputato per il duplice omicidio avvenuto a Villa Pamphili, ieri ha aggredito alcuni agenti della polizia penitenziaria durante il rientro in cella dopo l’ora d’aria.
L’episodio e l’intervento degli agenti
Secondo quanto riferito dai sindacati, l’uomo avrebbe rifiutato di tornare nella propria cella, colpendo più volte il personale intervenuto. Solo l’azione tempestiva degli agenti, supportata dal personale sanitario del penitenziario, ha permesso di riportare la calma dopo minuti di grande concitazione. Alcuni operatori hanno riportato ferite e contusioni, giudicate guaribili in pochi giorni.
La dinamica ricostruita
L’aggressione si sarebbe verificata nel pomeriggio, all’interno del reparto in cui Kaufmann è detenuto dal luglio scorso. Fonti interne parlano di un alterco iniziato con urla e minacce rivolte agli agenti di sorveglianza, cui è seguito un rifiuto a rispettare le disposizioni del personale. Dopo diversi tentativi di mediazione, la situazione è degenerata in uno scontro fisico. Il coordinamento della polizia penitenziaria ha evitato conseguenze più gravi, riuscendo a ricondurre l’uomo in cella.
Precedenti episodi di agitazione
Non si tratta del primo episodio di questo tipo: già in passato Kaufmann aveva manifestato atteggiamenti violenti e comportamenti fuori controllo, arrivando a contestare le regole del carcere e a pretendere di stabilire personalmente l’orario dell’ora d’aria.
Il quadro generale
La vicenda riaccende l’attenzione sulla gestione dei detenuti con profili di instabilità e sulla necessità di rafforzare le misure di prevenzione nei penitenziari. I sindacati hanno rinnovato l’appello per un maggiore supporto psicologico e strutturale al personale di polizia penitenziaria, chiamato ogni giorno a fronteggiare situazioni di crescente difficoltà.