di Marco Natale
(Ministro straordinario dell’Eucarestia – Docente di Religione)
Il Vangelo di questa domenica ci presenta una scena, all’inizio, molto emozionante. L’evangelista Marco, nel capitolo 10, 17-30 ci racconta di Gesù che “andava per la strada”, ossia stava compiendo “la sua missione”. Mentre camminava fu raggiunto da un uomo che stava correndo verso di lui. Immaginatevi la scena, Gesù sta camminando per realizzare la sua missione, quindi preso da mille pensieri, e all’improvviso vede uno sconosciuto che gli corre incontro. Cosa avrà pensato? Probabilmente cosa vuole ora questo da me? Sicuramente no, già conosceva che quest’uomo stava attraversando un momento di ansia e di confusione. Era angosciato. La sua preoccupazione, potrebbe essere tranquillamente la nostra “oggi”. Mentre sta correndo verso Gesù, egli si sta chiedendo: “come farò a raggiungere la vita eterna?”. Raggiunto Gesù, “si gettò ai suoi piedi” e immediatamente gli chiese: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?”. E’ a questo punto che il Vangelo entra nel vivo, nella parte più interessante. Inizia un dialogo tra Gesù e quest’uomo “senza nome”. Perché un uomo senza nome? Perché quel personaggio potrebbe essere chiunque, anche noi oggi. Cosa vuol dire, se non che il messaggio è di un’attualità impressionante. La risposta di Gesù non si fa attendere e, come nel suo stile, è molto semplice e allo stesso tempo molto diretta: “Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”. “Queste cose io le osservo fin dalla mia giovinezza”. Sembra quasi rivivere una scena di oggi, quella di ognuno di noi quando si va a confessare, facciamo l’elenco dei nostri peccati: “in fondo che male ho fatto, sono un cristiano osservante”. “Una cosa sola ti manca, gli risponde Gesù: “va vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo, poi vieni e seguimi”. In questo momento, l’uomo si sente ancora più confuso. Noi ci sentiamo ancora più confusi. Lo scoraggiamento diventa ancora più forte. Ciò che gli viene chiesto è davvero molto impegnativo, e non facile da realizzare. “Come faccio a rinunciare a tutti i miei beni, me li sono conquistati con il sudore della mia fronte”. Ora torno indietro, continuo la mia vita di sempre, al resto Dio ci pensa. Lo stesso ragionamento che avrebbe fatto chiunque. Infatti “l’uomo diventa scuro in volto e se ne va triste”. Sembrerebbe che tutto sia finito, che le parole di Gesù non abbiano “colpito nel segno”. Invece no, qualcun altro ha assistito al dialogo, gli apostoli. E proprio a loro che ora si rivolge Gesù: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». A queste parole essi rimangono sconcertati, non ne comprendono il senso, sono confusi, tanto che dicevano tra loro: ” E chi può essere salvato?. A tranquillizzarli ci pensa lo stesso Gesù dicendo loro: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio». Riponete in Dio la vostra fiducia piena, solo cosi potrete raggiungere il suo Regno. Solo colui che ha lasciato tutto, ha lasciato la sua vita precedente, la sua famiglia per seguirmi riceve nel presente “cento volte tanto”. La via del Regno è una strada che richiede sacrifici, prove e anche “persecuzioni”. Non è una via semplice, ma è una via che regala gioia, amore, e progressivamente nel tempo ci porta a raggiungere la vera vita quella “eterna”. La via del Vangelo ci conduce verso la vita vera.