Verso la privatizzazione dell’acqua pubblica, cosa ci attende.

Sabato 20 settembre, se ne discute a Capodrise (CE).

Si profila una svolta storica in negativo nella gestione dell’acqua pubblica campana. L’Ente Idrico Campano, a dispetto delle indicazioni date dai cittadini nel referendum del 2011, contro la privatizzazione dell’acqua, ha deciso di aprire ai privati. Nell’ultima riunione del comitato esecutivo, la reggenza dell’Ente Idrico Campano ha deciso di consentire l’apertura al capitale privato nella gestione dell’acqua. Per ora la maggioranza, ovvero il 55 percento della quota resta nelle mani dell’Ente, ma il 45 percento, che verrà gestito da privati, inizia decisamente a far paura.

Quali saranno le conseguenze immediate di questa svolta.

Oltre alla questione ambientale e alla qualità dell’acqua, che verrà erogata, privatizzazione significa profitto, quasi sicuramente a scapito della qualità, e proprio sul profitto si potranno avere ricadute economiche al rialzo, sul costo al metro cubo per gli utenti finali. A fare le spese della privatizzazione saranno in primis le fasce più deboli della popolazione come le famiglie a reddito basso. L’acqua dunque di cui siamo fatti mediamente al 70 percento, potrebbe diventare ben presto un bene di lusso, secondo alleanza Acqua Pubblica. Il comitato di difesa dell’acqua, invita la cittadinanza, le associazioni, i comitati e tutte le realtà sociali, sindacali, politiche ed economiche del territorio casertano alla difesa dell’acqua pubblica. Sabato 20 settembre alle 17,30 a Capodrise, si parlerà di acqua pubblica e delle ricadute sulle bollette dei cittadini casertani. L’incontro si terrà a Capodrise a casa Stefano Tonziello via Santa Lucia II traversa. L’invito del comitato è rivolto a tutti.