Un trimestre tranquillo. Apparentemente
Nei primi tre mesi del 2025, mentre i mercati sembravano ancora stabili, alcuni dei principali protagonisti della finanza americana hanno venduto azioni per centinaia di milioni di dollari. Tutto è avvenuto lo scorso 2 aprile prima dell’annuncio dei dazi statunitensi che hanno poi fatto crollare la Borsa di oltre il 20%. A ricostruire i movimenti è Bloomberg, con il supporto delle analisi del Washington Service.
Non ci sono indagini in corso, né prove di comportamenti illeciti. Eppure, la coincidenza temporale tra le vendite e la successiva tempesta finanziaria ha attirato l’attenzione degli osservatori. Il dubbio che aleggia è semplice: si è trattato solo di preveggenza finanziaria o qualcuno sapeva già?
Zuckerberg vende in anticipo. Meta poi crolla
Il caso più eclatante riguarda Mark Zuckerberg. Il fondatore di Meta ha venduto, tra gennaio e febbraio, 1,1 milioni di azioni per un valore di 733 milioni di dollari. Il titolo, allora sopra i 600 dollari, ha poi perso il 32% dopo l’introduzione dei dazi.
Oracle e JP Morgan: tempismo perfetto
Anche Safra Catz, CEO di Oracle, ha venduto 3,8 milioni di azioni per 705 milioni di dollari prima che il titolo perdesse oltre il 30%. Nel frattempo, Jamie Dimon di JP Morgan ha iniziato a vendere il 20 febbraio, due giorni dopo il picco della banca, arrivando a oltre 250 milioni di dollari.
Nikesh Arora e le stock option mensili
Diverso il caso di Nikesh Arora, CEO di Palo Alto Networks, che ha eseguito vendite regolari in base a un piano automatico avviato nel 2024. Anche lui, però, nel 2025 ha superato i 565 milioni di dollari in azioni cedute.
Trump, la frase che solleva dubbi
Nel pieno della tempesta finanziaria, Donald Trump ha dichiarato: «Questo è un ottimo momento per comprare». La frase ha alimentato sospetti su possibili vantaggi speculativi personali, pur in assenza di prove concrete.
Legalità e opportunità: un confine sottile
Tutto questo rientra nella legalità americana. Eppure, resta aperta la questione etica e politica che pone il quesito di quanto possa essere considerato trasparente un mercato in cui i grandi venditori anticipano così precisamente gli scossoni globali. In un’epoca dove i dati valgono più dell’oro, risulta difficile fare una distinzione tra fiuto e vantaggio.
(fonte Sky Insider)