Zinzi come Ponzio Pilato per le persone con disabilità: se ne lava le mani

Quando la burocrazia diventa un muro invalicabile e la politica un’eco lontana, la vita delle persone diversamente abili diventa un percorso a ostacoli insormontabili. È la storia di un padre che da mesi si batte affinché sua figlia possa ricevere le cure di cui ha diritto presso il centro l’Oasi di Castel Campagnano. Una battaglia estenuante, fatta di porte chiuse, rimbalzi di responsabilità e silenzi assordanti. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata con la risposta di Giampiero Zinzi, deputato della Repubblica, che si è limitato a un lapidario: “La competenza – ahimè – è della Regione Campania”.
Una risposta che, nella sua freddezza burocratica, sintetizza alla perfezione il fallimento di un sistema che si arrocca dietro il ping-pong delle competenze, ignorando il dolore e la disperazione di chi chiede aiuto. Ma andiamo con ordine.
Due mesi senza assistenza: la vergogna della burocrazia sanitaria
La questione è semplice nella sua drammaticità. Il contratto-convenzione che garantiva a G. D. P. l’accesso alle cure in regime di semiconvitto è scaduto a dicembre 2024. Da allora, il padre ha intrapreso un calvario per ottenere il rinnovo, un percorso disseminato di ostacoli: prima il ritardo dovuto alle festività natalizie, poi l’assenza di una neuropsichiatra per malattia, quindi il rinvio delle pratiche all’ASL di Caserta, fino all’ultimo capitolo surreale: il funzionario incaricato di sbloccare la situazione si sarebbe infortunato a una caviglia, paralizzando di fatto l’intera procedura.
In tutto questo, una giovane con esigenze complesse è stata privata delle sue cure per oltre due mesi. Due mesi in cui lo Stato, la Regione e la sanità locale si sono dimostrati incapaci di garantire il diritto più basilare: quello alla salute.
La risposta di Giampiero Zinzi: l’ennesimo rimpallo della politica
Di fronte a questa ingiustizia, i toni inevitabilmente si sono alzati l’osservazione fatta a Giampiero Zinzi, deputato della Repubblica, con un commento sui social in cui denunciava la gravità della situazione riceve una risposta che lascia di sasso: un secco e burocratico: “S.D.P., la competenza – ahimè – è della Regione Campania”.
Un messaggio che suona come un lavarsene le mani, un modo per scaricare la responsabilità senza il minimo accenno a un intervento concreto. Eppure, Zinzi è un rappresentante del popolo, eletto per portare avanti istanze e trovare soluzioni. Possibile che il suo ruolo si limiti a un mero scaricabarile istituzionale? Possibile che, di fronte a un padre preoccupato, un deputato non trovi di meglio che trincerarsi dietro un rimpallo di competenze?
Quando la politica diventa assenza
Questa vicenda è l’ennesima dimostrazione di un sistema politico e amministrativo che, invece di risolvere i problemi, si nasconde dietro procedure, regolamenti e confini istituzionali. Zinzi, in qualità di parlamentare, avrebbe potuto e dovuto prendere in carico la questione, sollecitare l’ASL, fare pressione sulla Regione Campania, farsi portavoce di un problema che riguarda non solo G.D.P., ma tutte le famiglie che ogni giorno lottano contro un sistema sanitario che troppo spesso le ignora.
Ma Zinzi ha scelto di non farlo. Ha scelto di non vedere, di non ascoltare, di non agire. Ha scelto, in definitiva, di lavarsene le mani.
La dignità di chi lotta contro un muro di gomma
Mentre la politica si gira dall’altra parte, questo padre continua la sua battaglia, senza arrendersi. Questa mattina, 10 febbraio 2025, si recherà al Palazzo della Salute di Caserta per chiedere ciò che spetta di diritto a sua figlia. Un atto di resistenza contro un sistema che sembra progettato per logorare, per scoraggiare, per far sì che le persone smettano di lottare.
Ma arrendersi non è un’opzione. Perché dietro ogni pratica dimenticata, dietro ogni risposta burocratica, dietro ogni “non è di mia competenza” ci sono vite reali, sofferenze reali e diritti negati.
E qualcuno che sia un tecnico, politico di destra o politico di sinistra, dovrà pur rendersene conto.