Decreto Sicurezza, il Csm approva il parere critico. Ma intanto è frattura nel clero casertano

di GESUALDO NAPOLETANO

CASERTA – Continua a tenere banco la questione riguardante il Decreto Legge Sicurezza promosso dal Governo giallo-verde.

Intanto ieri, mercoledì 21 novembre 2018, nella seduta plenaria pomeridiana, il Consiglio Superiore della Magistratura ha approvato il parere critico sul Decreto Sicurezza con 19 voti favorevoli, 4 voti contrari (Cavanna, Lanzi, Basile, Donati) e 2 astensioni (Gigliotti, Benedetti). Numerose le  criticità’ evidenziate nelle oltre 50 pagine del documento approvato dal Csm.

Ricordiamo che il testo arriverà in aula alla Camera il 23 novembre (domani) e il governo potrebbe decidere di mettere la fiducia, come già al Senato. L’impressione però è che qualora il decreto dovesse essere approvato in questi termini tutta l’attenzione costituzionale si riverserà sul Presidente della Repubblica e sulla Corte Costituzionale.

In realtà secondo alcuni costituzionalisti con l’approvazione di tale decreto legge, e dunque con l’abrogazione della protezione umanitaria sostituita da ipotesi specifiche, verrebbe violato innanzitutto l’articolo 10 terzo comma della Costituzione che stabilisce un diritto fondamentale che riguarda non i cittadini ma gli stranieri. Inoltre verrebbe violato quello che la Cassazione, con le diverse sentenze dal 2012 al 2018, ha espresso fino ad oggi.

Contro la conversione in legge del decreto su immigrazione e sicurezza approvata dal Senato, si è fin da subito schierata una buona parte del clero casertano. Ricordiamo infatti che circa una trentina di parroci della diocesi di Caserta hanno sottoscritto una lettera aperta indirizzata al Movimento Cinque Stelle nella quale hanno fatto sentire la propria voce su un argomento che è di interesse sociale, quello della migrazione.

don Sergio Adimari

“Il Decreto Sicurezza – ha detto don Sergio Adimari, uno dei firmatari della lettera aperta – non è molto chiaro, e come qualcosa che si fa con la fretta per avere consensi di fronte ad una situazione drammatica, si generalizza tutto e tutti. Non tiene conto di alcuni risvolti che mortificano quelle persone che non vengono in Italia per delinquere, ma per avere una vita migliore. Io penso inoltre che già ci sono delle leggi che tutelano la sicurezza del cittadino, si devono applicare magari con più fermezza. Poi che dire ogni governo fa le sue scelte, se hanno avuto il consenso degli elettori, sono legittimati a compiere le scelte per cui sono stati votati. In ambito politico, se siamo arrivati ad avere queste persone che oggi governano, è perché coloro che hanno governato fino a qualche mese fa, non ha saputo o voluto rispondere adeguatamente ai bisogni dei cittadini”.

“Chi vuole relegarci nelle sagrestie non creda di averla vinta  – ha concluso don Sergio – Siamo stati sempre con la nostre gente e lo continueremo a farlo, perchè promuovere la dignità delle persone è imprescindibile, fa parte della nostra missione ed è parte integrante del messaggio evangelico che siamo tenuti ad annunciare e testimoniare”.

Firmatario della lettera aperta anche Mons. Raffaele Nogaro. Assente invece il vescovo Mons. Giovanni D’Alise che secondo rumors pare non fosse a Caserta in quanto impegnato alla CEI (Conferenza Episcopale Italiana).

Non c’è alcun dubbio che la lettera aperta indirizzata al Movimento Cinque Stelle avrebbe avuto maggior senso qualora fosse stata firmata anche dal vescovo di Caserta, ma ancora una volta a quanto pare Nogaro e D’Alise non hanno adottato le stesse decisioni.

Diversi i parroci che hanno deciso di non sottoscrivere la lettera o addirittura che non sono stati proprio avvisati di tale iniziativa.

don Biagio Saiano

“Ciò che mi ha portato a non firmare – ha detto don Biagio Saiano – è stata solo una questione di forma. La lettera (giusta nelle intenzioni e preoccupazioni) a mio avviso doveva avere come interlocutori le istituzioni Parlamentari e non un singolo movimento politico. È una questione di forma senz’altro, ma in questo caso la forma non è questione di lana caprina, avrei preferito un’altra modalità, ma non per questo sono contrario alla preoccupazione espressa da tanti miei confratelli”.

Nonostante tutto all’interno del clero casertano la polemica rimane e la frattura continua ad evidenziarsi in maniera sempre più profonda. Da una parte il gruppo di parroci non firmatari tra cui il vescovo D’Alise, dall’altra i firmatari guidati dal vescovo emerito Raffaele Nogaro.