di Marco Natale
Nel consueto appuntamento con i fedeli di tutto il mondo, in occasione della celebrazione dei primi vespri nella solennità di Maria SS. Madre di Dio e del Te Deum di ringraziamento per l’anno appena trascorso, Papa Francesco ha messo in evidenza due espressioni riportate dall’Apostolo Paolo nella Lettera ai Galati: «pienezza del tempo» e «riscattare». Con la sua nascita il Cristo, esordisce il Papa, sprigionerà una forza inaudita, che dura ancora e durerà per tutta la storia: la forza dell’Amore. È l’amore che dà pienezza a tutto, anche al tempo; e Gesù è il “concentrato” di tutto l’amore di Dio in un essere umano. Nella seconda espressione, continua il Sommo Pontefice, si evince quella che è la missione che Gesù riceve direttamente dal Padre: cioè quella di “riscattare” l’umanità intera facendola “uscire dalla condizione di schiavitù e restituendola in questo modo alla libertà e dignità propria dei figli. È proprio su questo, ha concluso, che dobbiamo fermarci a riflettere con dolore e pentimento perché, anche durante quest’anno che volge al termine, tanti uomini e donne hanno vissuto e vivono in condizioni di schiavitù, indegne di persone umane. Anche nella nostra città di Roma ci sono fratelli e sorelle che, per diversi motivi, si trovano in questo stato. Penso, in particolare, a quanti vivono senza dimora. Sono più di diecimila. D’inverno la loro situazione è particolarmente dura. Sono tutti figli e figlie di Dio, ma diverse forme di schiavitù, a volte molto complesse, li hanno portati a vivere al limite della dignità umana. Anche Gesù è nato in una condizione simile, ma non per caso, o per un incidente: ha voluto nascere così, per manifestare l’amore di Dio per i piccoli e i poveri, e così gettare nel mondo il seme del Regno di Dio, Regno di giustizia, di amore e di pace, dove nessuno è schiavo, ma tutti sono fratelli, figli dell’unico Padre.