SAN TAMMARO, REGGIA DI CARDITELLO APERTURE EXTRA E NON SOLO

Aperture per la Reggia di Carditello, visite mostre, eventi e tanto altro

SAN TAMMARO/CARDITELLO –  Aperture extra per la Reggia di Carditello, ci saranno aperture extra anche  nelle giornate festive di Pasqua, del Lunedi in Albis, iniziative di presentazione di libri, molto altro ancora per quella che è la Reggia sita nella campagne del Casertano.

Un presidio di legalità contro le ecomafie, una delle possibili sedi di attività del Csm, ma anche un centro multifunzionale di ricerca e formazione che recuperi l’originaria vocazione agricola ed equestre, grazie anche ad accordi con le Università. Tutto ciò potrà diventare il Real Sito Borbonico di Carditello, un gioiello dell’architettura neoclassica, che sorge tra le campagne della pianura casertana, vicino a numerose discariche usate durante l’emergenza rifiuti.

Al centro di tutto l’imponente Reggia di Carditello, un elegante complesso architettonico di stile neoclassico. In origine la reggia ospitava Carlo di Borbone durante le sue memorabili battute di caccia; fu Ferdinando IV a disporre la destinazione di fattoria-modello per la coltivazione del grano e l’allevamento di razze scelte: un sogno lussureggiante di boschi, pascoli e terreni seminativi a coprire una superficie di 6.305 “moggia capuane” (oltre duemila ettari). Non a caso, tra le residenze borboniche campane Carditello si fregiava del titolo di “Reale Delizia”, poiché concepita per unire l’utile al dilettevole, come diremmo oggi.

Il progetto della magione, nato da un’idea dell’architetto Francesco Collecini, allievo di Luigi Vanvitelli, prevede anche una pista in terra battuta destinata ai cavalli e ispirata alla forma dei circhi romani, con fontane, obelischi e un tempietto circolare.

Svuotati dei loro arredi originali, gli ampi saloni che ancora conservano frammenti di affreschi bellissimi, sono stati affidati per anni a un “angelo custode” di nome Tommaso Cestrone, lo storico guardiano del Cardeto, che ha più volte tentato di attirare l’attenzione dello Stato sul recupero di questo gioiello borbonico.

Oggi l’antica quadreria del Real sito è stata finalmente studiata e ricomposta per sale dalla storica dell’arte Maria Carmela Masi. L’intero complesso architettonico ci appare in tutto il suo ritrovato splendore, pronto ad accogliere visitatori da ogni angolo d’Italia e raccontare loro una nuova e avvincente pagina dell’epopea borbonica.