Nel processo d’appello sulle presunte infiltrazioni della camorra nel Nord-Est, la Procura ha invocato condanne pesanti per i principali imputati. Luciano Donadio, di Casal di Principe, ritenuto il presunto boss dei Casalesi di Eraclea, rischia 30 anni di carcere, la stessa pena richiesta per il suo braccio destro, Raffaele Buonanno.
Le accuse sono pesanti: il possesso di armi, confermato da intercettazioni e testimonianze, e il coinvolgimento in attività di usura ed estorsione con metodi tipicamente mafiosi. Secondo la Procura, Donadio e Buonanno operavano in tandem per sottrarre beni alle vittime, con un chiaro sistema di intimidazione.
Le richieste di condanna non si fermano ai vertici del presunto clan. Antonio Pacifico rischia 22 anni e 3 mesi, Giuseppe Puoti 12 anni e 2 mesi, mentre altri membri del gruppo hanno pene richieste che vanno dai 10 ai 4 anni di carcere.
In primo grado, Donadio era stato condannato a 26 anni, senza il riconoscimento dell’associazione mafiosa. Ora la Corte d’Appello dovrà pronunciarsi su una vicenda che, se confermata, dimostrerebbe ancora una volta la capacità della camorra di estendere i suoi tentacoli ben oltre la Campania.