In un tempo in cui l’accelerazione digitale sembra voler cancellare tutto ciò che è stato, incontrare Cosimo Romano significa invece fare un passo indietro per farne uno in avanti. Decano dei mercatini rionali di Via San Carlo a Caserta, Cosimo è molto più di un semplice venditore: è un testimone diretto di un’Italia che ha saputo farsi conoscere nel mondo grazie al lavoro, al gusto per il bello, alla forza dell’incontro.
La sua storia è un intreccio di viaggio, amore e passione per le cose semplici, ma vere.
L’INTERVISTA
Un girovago legato ai luoghi d’origine
Perché si dice che lei abbia girato tutto il mondo?
Perché questo è stato sempre il mio lavoro, da sempre. Ho iniziato frequentando le scuole alberghiere a Londra, e da lì ho viaggiato molto. Ho lavorato sulle navi da crociera, nei ristoranti, e poi con la catena Jolly Hotels, che mi spostava da un Paese all’altro: Inghilterra, Germania, Caserta… Ed è proprio a Caserta che ho trovato la donna dei miei sogni. E mi sono fermato.
Un amore che dura da una vita. Quanti anni?
56 anni di matrimonio. E mai un tentennamento. È difficile, certo. Una persona che gira il mondo… ma poi trova una donna che davvero lo capisce. E allora si ferma.
Sua moglie è ancora oggi il suo centro?
Sempre. È il mio punto di riferimento, ogni volta che torno. È così, e lo sarà sempre.
Un riferimento per la città di Caserta
E oggi, in Via San Carlo, Cosimo è un riferimento per tutta la comunità. Ma cosa si trova in questo mercatino?
Un po’ di tutto. È sempre stato così. Il mercatino è nato proprio per questo: offrire varietà, perché non puoi fare solo un tipo di lavoro. Se hai un po’ di tutto, la gente si ferma: chi cerca cucchiaie, chi bicchieri, chi posate… Il mercatino funziona così.
L’esperienza all’estero
E questa offerta variegata l’ha portata anche all’estero?
Sì. A Londra ci sono grandi mercatini che lavorano come noi. E da quarant’anni circa, anche in Italia abbiamo cominciato a capire davvero cosa sia un mercatino. Prima non era così. Ho girato molto anche in Germania: Francoforte, Offenbach, Düsseldorf, Monaco di Baviera, Baden-Baden… Il mio lavoro è sempre stato questo.
Non solo italiano
Ovviamente parlare lingue straniere è fondamentale, giusto?
Fondamentale. La lingua è la cosa più importante. Oggi si parla inglese. Se non conosci l’inglese, non puoi girare. Anche il tedesco l’ho imparato, lavorando in Germania.
Gli italiani all’estero
E il modo di porsi italiano? Il celebre Italian Style?
Noi siamo unici. Siamo “farfalloni”, nel senso buono. Sorridiamo, usiamo le mani, gesticoliamo. All’estero lo notano subito. È il nostro primo biglietto da visita. Poi ci sono la gentilezza, l’educazione… e il nostro caffè!
Vendere non significa opprimere
Ma c’è anche un’etica del vendere, nel suo approccio?
Certo. Io non sto addosso alla gente. Lascio libertà. Chi entra deve guardare con calma. Non si può subito chiedere: “Serve qualcosa?” No. Quando si sentono a loro agio, saranno loro a venire da me.
La visione di Cosimo sul presente
Un messaggio finale, non tanto per il futuro, ma per il presente?
Quello che dico ai ragazzi è: ricordatevi dei vostri nonni, dei vostri genitori. Dovete darvi da fare, sempre. In Italia abbiamo cose bellissime, antiche. Fate questo lavoro, girate, cercate, muovetevi. Non restate fermi col telefonino. Datevi da fare.
Siamo, dunque, ciò che eravamo, e saremo ciò che siamo oggi. In queste parole c’è tutto il pensiero di Cosimo Romano. Del resto, la sua idea di mercatino non è solo quella di un luogo fisico: è un gesto, un sorriso, una memoria che diventa presente. E resiste.
Cosimo a fine intervista ha parlato anche di un’altra attività che svolge insieme a suo figlio Alfredo.
Quella della ristorazione, di Street Food “Olio su tela” è l’altra loro creatura di cui, magari più in la, parleremo sentendo Alfredo (a destra nella foto).
(Foto #grafichesdp per B.News)