Un’inchiesta silenziosa, mirata e determinata ha portato all’arresto di quattro uomini nel giro di due giorni. Tre operazioni, distinte ma concatenate della Squadra Mobile di Genova, hanno svelato quanto lo spaccio di sostanze stupefacenti sia radicato nei quartieri del capoluogo ligure, operando in modo pervasivo e, in alcuni casi, creativo.
Le operazioni si sono svolte tra martedì 3 e mercoledì 4 ottobre 2023, ma il comunicato ufficiale della Polizia di Stato è stato diffuso solo oggi. Le indagini, tuttavia, erano iniziate tempo prima, grazie a segnalazioni circostanziate da parte dei cittadini, primo elemento decisivo che ha permesso agli agenti di muoversi con rapidità e precisione.
Primo intervento: zona Bobbio e l’eroina nascosta in casa
È stato un uomo di 33 anni, già sottoposto agli arresti domiciliari, a finire per primo in manette. Alcuni residenti in zona Bobbio avevano segnalato movimenti sospetti nei pressi della sua abitazione, indicando lo stesso come presunto venditore di droga. Gli agenti hanno quindi avviato un servizio di osservazione.
La conferma non ha tardato ad arrivare: in un vicolo adiacente l’abitazione, è stato notato uno scambio tra il 33enne e un altro soggetto. A quel punto, la polizia è intervenuta e ha proceduto a una perquisizione domiciliare. Il risultato è stato tutt’altro che trascurabile: 5 grammi di cocaina, 13,5 grammi di cannabis e ben 472,60 grammi di eroina, nascosti all’interno dell’appartamento.
Secondo arresto: cocaina in zona Prè
Un 36enne è stato sorpreso mentre vendeva cocaina in zona Prè, una delle più monitorate del centro storico. E siamo nello stesso giorno, ma in un altro punto della città. Gli agenti si sono insospettiti per il comportamento di un acquirente, poi fermato e perquisito.
Nascosta nella scarpa, una bustina contenente 0,4 grammi di cocaina. A quel punto è scattato il fermo del presunto spacciatore. La successiva perquisizione ha portato al sequestro di 517 euro in contanti, ritenuti provento dello spaccio, e del suo telefono cellulare. Il cellulare avrebbe continuato a ricevere messaggi legati all’attività illecita anche durante la permanenza in Questura.
Il “rider della droga”: cocaina su monopattino tra Sampierdarena e Cornigliano
Il giorno successivo, mercoledì 4 ottobre, gli agenti hanno puntato l’attenzione su un giovane di 25 anni, già oggetto di segnalazioni. La sua peculiarità? Spostarsi in monopattino elettrico per raggiungere i clienti, tra Sampierdarena e Cornigliano.
Il pomeriggio stesso, gli investigatori hanno osservato in diretta il modus operandi: il 25enne ha raggiunto un cliente in via Spataro, ha accennato con il capo un invito a seguirlo, e si è diretto con lui tra alcuni camion parcheggiati. È lì che è avvenuto lo scambio. Fermato e portato nella sua abitazione i poliziotti hanno trovato circa 37 grammi di cocaina suddivisi in oltre 50 involucri già pronti alla vendita.
Un 40enne, coinquilino del giovane spacciatore, che si trovava nella stessa abitazione è stato anch’egli arrestato. L’ipotesi investigativa è che i due condividessero sia l’alloggio sia l’attività di spaccio.
Un quadro allarmante, ma monitorato
Le tre operazioni, condotte in sole 48 ore, hanno evidenziato non solo la presenza diffusa di spaccio in città, ma anche la varietà di metodi utilizzati. Un quadro che appare variegato: dal venditore ai domiciliari che opera sotto casa, al pusher di strada nei vicoli storici, fino a chi usa mezzi di mobilità urbana per muoversi rapidamente.
Gli arresti testimoniano il continuo impegno delle forze dell’ordine, ma anche l’importanza cruciale della collaborazione dei cittadini. Le segnalazioni ricevute hanno infatti fornito il punto di partenza per tutte e tre le indagini.
La consistenza del sequestro consiglia azioni coordinate
Il sequestro di quasi mezzo chilo di eroina, insieme a cocaina e cannabis già suddivise per la vendita, dimostra quanto sia capillare il traffico. E quanto sia necessaria un’azione costante e coordinata tra cittadini e istituzioni per arginarlo.
Rimane salva la presunzione di innocenza – in base agli artt. 27 della Costituzione, 6 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, 47 e 48 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea – delle persone sottoposte ad indagini preliminari, nonché la possibilità per le medesime di far valere, in ogni fase del procedimento, la propria estraneità ai reati per cui si procede.