Maryam Rajavi, dal suo profilo Facebook, condivide numeri agghiaccianti.
Oltre 200 esecuzioni di prigionieri politici in 17 giorni.
In #Iran è mattanza continua: Rajavi scrive che la magistratura ha condannato a morte un prigioniero politico reo di aver sostenuto il PMOI/MEK e ha confermato la condanna per altri 6 detenuti, anche loro per motivi politici.
Il regime clericale sta procedendo a esecuzioni a ritmo serrato, ma così facendo accresce solo l’indignazione e la condanna pubblica.
La gioventù iraniana non si lascia intimorire: è del 7 dicembre 2025 la notizia di 5.000 atlete che hanno partecipato alla maratona di Kish senza velo. Il regime, inferocito, ha immediatamente stigmatizzato l’evento, arrestando gli organizzatori e parlando di “assenza totale di controllo e il mancato rispetto dei codici da parte di un numero significativo di partecipanti“.
Rajavi, da parte sua, chiede il sostegno della comunità internazionale “per fermare i crimini contro l’umanità in iran. Il silenzio e l’inerzia non fanno altro che incoraggiare questo fascismo religioso a continuare le sue atrocità“.