CASERTA, ALDIFREDA. Forse inutili i finanziamenti per palazzo De Gregorio

di Alessandro Fedele

CASERTA – Forse non tutti i casertani hanno ben presente la frazione Aldifreda. Effettivamente la segnaletica non è delle migliori, seppure esiste, e per di più è una di quelle zone di Caserta dove si passa abitualmente in fretta e furia proprio perché è uno dei punti di passaggio più usati che collega Casagiove, l’Ospedale Civile e Corso Giannone con viale Tescione.
Non è tanto la posizione strategica che ci interessa al momento. Ormai è noto a tutti che Palazzo De Gregorio il 10 ottobre ha ricevuto il “Vincolo”. Di cosa si tratta? Vincolo non è di certo una parola che sentiamo tutti i giorni, specialmente a Caserta. Si tratta di un riconoscimento burocratico con un finanziamento di una certa somma per il mantenimento e la ristrutturazione dell’edificio. Con le nuove leggi ha assunto il nome di “Notifica di Interesse Storico-Artistico” che rilascia l’Ente preposto che in questo caso può essere anche la Provincia, ma i soldi, per essere più precisi e chiari, provengono dal MiBACT.
Il palazzo in questione è uno dei palazzi più antichi di Caserta che fa angolo con via Gennaro Tescione e via Giulio Antonio Santorio (zona ponte di Ercole). Leopoldo De Gregorio, il primo proprietario del ‘755, era quello che oggi definiremmo “pezzo grosso” del Regno di Napoli.
Fu il Re a volerlo come contabile del regno e poi come Ministro della Guerra. Una storia affascinante, specialmente perché il progetto e la realizzazione fu affidata al geniale architetto Luigi Vanvitelli, il quale scrisse al Re di accettare con grande entusiasmo l’incarico ma poi scrisse, in un’altra lettera indirizzata al fratello, di non nutrire stima alcuna nei riguardi del gentiluomo anche noto come Marchese di Squillace.
Oggi, dopo diversi passaggi di proprietà, è in possesso di un noto avvocato casertano, che è rimasto sorpreso quando ha saputo di aver ricevuto il decreto di Vincolo. Potremmo pensare ad un grande stupore, ma invece l’attuale proprietario è a dir poco sconvolto e incredulo dinanzi a questa scelta, perché, secondo quanto ha raccontato al nostro giornale, il Palazzo versa in condizioni precarie. Ciò che la storia non dice è che quel bel palazzo durante il corso dei secoli ha subito delle trasformazioni. Travi tagliate, pareti spostate e adesso ciò che rimane, oltre a grandi stanze vuote, polverose e povere di opere artistiche, sono delle pareti che possono cadere appoggiando leggermente la mano o “soffiandoci contro”. È chiaro che il palazzo è già da tempo sotto l’occhio di esperti. Prossimamente, per fare chiarezza su questa questione, l’attuale proprietario sarà ospite della nostra video rubrica “la parola a…”. Egli ci racconterà quali saranno le sorti del palazzo settecentesco.  Le conclusioni, come sempre, ai nostri lettori.